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Se un sogno si chiama Serie B

Francesco Veltri
Francesco Veltri
Maggio26/ 2017

E poi succede che ti svegli una mattina che doveva essere come tutte le altre e pensi alla Serie B.

Così, improvvisamente, inaspettatamente. Ci pensi come non ci pensavi da anni, da quel maledetto 2003, che Lentini e Guidoni e De Angelis e Casale e chissà quanti altri non riuscirono a salvare dall’oblio. Ci pensi senza crederci più di tanto. Ma senti qualcosa di diverso intorno a te rispetto al solito. Non è una certezza. Non è una sensazione. Non è il profumo che qualche furbo presidente di passaggio ha provato a venderti a poco prezzo. Lui, quell’odore, non lo ha mai sentito, non l’ha mai fumato. Soltanto tu lo riconosceresti tra mille e mille altri.

Per ora non c’è, lo sai bene, ma quella mattina capisci ugualmente che qualcosa è cambiato. Qualcosa che magari andrà via presto. Non lo sai, non riesci a capirlo. Tutto questo però basta a farti sentire più leggero, più felice, più stupido. Tutto questo basta a farti uscire di casa senza i nervosismi di sempre, senza fatica. E ripensi alla sera prima e a quella partita cretina, che non vale una Champions e neanche una coppa d’estate sponsorizzata da un cinese qualsiasi. Quella partita che avrai visto solo tu insieme ad altre poche centinaia di anime folli e amanti di una squadra perdente, sconosciuta, inutile. Anime folli che sperano e sognano sempre, pur sapendo che per sfiorare soltanto una piccola vetta bisogna soffrire le pene peggiori. Perché lì, in quella città, non ci sono altri modi di ottenere qualcosa di unico.

Qualcosa che nel momento esatto in cui arriverà, tu sai già che non sarà per sempre. Sai già che quel momento di gioia sarà destinato a svanire improvvisamente, inaspettatamente. Come certe mattine, che ti svegli e pensi alla serie B. Così come non ci pensavi da anni. E quasi te ne vergogni di averlo fatto. Di averlo detto a tuo padre, a tua madre, al tuo amico interista che dice di conoscere la sofferenza. Più di te. Sorridi ma non vai oltre. Non capirebbe. Ogni sofferenza ha un colore proprio, ogni sofferenza ha una propria ricchezza. La sofferenza di pochi, pochissimi eletti, è il Cosenza, è la squadra della tua città. Una sofferenza umile, ingenua, ridicola, a cui basta un niente per rendere speciale una giornata. Una giornata come quella mattina che vorresti non finisse mai.

 

Francesco Veltri
Francesco Veltri

Guaribile romantico del giornalismo calabrese. Scrive per non dimenticare e si ostina a osservare l'inosservabile. Ha lavorato con alterne sfortune nelle redazioni della Provincia cosentina, di Cosenza Sport, di Cronaca della Calabria, di Calabria Ora e dell’Ora della Calabria. Per Diarkos ha scritto "Il Mediano di Mathausen"

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