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L’ULTIMA ORA | Il calvario del giornalismo calabrese

admin
Aprile27/ 2014

I lunghi mesi di calvario del giornalismo calabrese hanno raggiunto il loro tragicomico culmine, a condannarlo o a lavarsene le mani è la politica. L’Ora fatidica è quella del quotidiano di contrada Lecco a Rende, fondato come Calabria Ora nel marzo del 2006 da Paride Leporace e oggi diretto come L’Ora della Calabria da Luciano Regolo. Una testa dalla storia travagliatissima e complessa, con quattro direttori in otto anni e mille vicessitudini spesso oltre ai limiti dello Stato di Diritto. Le pubblicazioni sono state sospese ieri dal liquidatore dell’azienda editrice e il sito è stato repentimanente oscurato, il tutto in modo grottesco, per come raccontato dal direttore in un video.

Un grave episodio di censura alla libertà di stampa e al diritto di sciopero dei lavoratori, per come denunciato dalle principali associazioni di categoria. La decisione è del liquidatore Pasquale Bilotta, nominato dalla società editoriale C&C che fa capo al Gruppo Citrigno, finita al centro di una bufera giudiziaria che ne ha congelato parte dell’ingentissimo patrimonio. L’oscuramento è stata attuato all’indomani della proclamazione dello sciopero di tre giorni da parte dei giornalisti della testata, dichiarato ad un mese dal clamoroso “caso del cinghiale”, ovvero il tentato oscuramento della notizia di un’indagine a carico di Andrea Gentile, figlio del potente politico del Nuovo Centro Destra Tonino Gentile nominato per poche ore sottosegretario del governo Renzi prima di repentine dimissioni. Dimissioni opportune per il governo, visto che aveva fatto il giro d’Europa la registrazione della telefonata dello stampatore Umberto De Rose all’editore Alfredo Citrigno, nella quale il presidente di Fincalabria cercava di sincerarsi che la notizia non venisse pubblicata sul giornale. Le motivazioni dello sciopero sono da ricercare nel fatto che L’Ora della Calabria rischiava di finire proprio nelle mani dello stampatore De Rose, principale creditore della società editrice e nel frattempo indagato dalla Procura di Cosenza per la famosa telefonata. Una matassa alla calabrese, insomma.

E ADESSO? Mentre a Cosenza arriva la notizia del fallimento di una storica testata televisiva provinciale come Metrosat Tv, la redazione di Regolo ha cercato di mantenere vivo un canale con i suoi (dopo anni di nuovo crescenti) lettori attraverso L’Ora siamo noi, una pagina Facebook (QUI) in poche ore diventata frequentatissima. Il resto è tutto da decifrare. Le ipotesi che avanzano sono le più disparate, da un difficile tentativo di acquisizione attraverso un azionariato popolare fino alla possibilità di far nascere dalle ceneri dell’Ora una nuova testata diretta sempre da Regolo. La priorità è quella di salvaguardare la dignità professionale di un intero corpo redazionale (circa un centinaio di lavoratori) nella terra che come nessun’altra conosce lo scotto della disoccupazione intellettuale di questo periodo di crisi nera.

il quotidiano rocco valenti
Matteo Cosenza e Rocco Valenti, passaggio di consegne al Quotidiano della Calabria

CAMBIA TUTTO Il mondo dell’informazione in Calabria è in tempesta da anni, ma in questi mesi sta vivendo una sorta di rivoluzione. Basti pensare al fatto che solo qualche mese fa nessun quotidiano calabrese era diretto da un giornalista calabrese, mentre oggi lo sono tutti. Oltre al già citato catanzarese Regolo, stimato timoniere de L’Ora, da una settimana infatti il Quotidiano della Calabria è stata affidata al crotonese Rocco Valenti. Fuori dal discorso l’ottimo Corriere della Calabria diretto dal locrese Paolo Pollichieni (anche lui ex direttore dimissionario di Calabria Ora) è un settimanale cartaceo più edizione quotidiana sul web, mentre la Gazzetta del Sud, quotidiano più letto in Calabria, è una testata notoriamente siciliana. Per il Quotidiano con sede a Castrolibero, anch’esso in crisi al punto che a marzo il comitato di redazione ha proclamato tre giorni di sciopero delle firme, è praticamente la prima volta di un calabrese nella sua ormai ventennale storia. Se mettiamo da parte infatti la breve parentesi iniziale del fondatore Pantaleone Sergi, scrittore e inviato di Limbadi, la scrivania della grande stanza delle riunioni è appartenuta ai campani Ennio Simeone (dal 1997 al 2006) e Matteo Cosenza (dal 2006 al 13 Aprile 2014). E’ avvenuta una promozione interna al giornale, visto che Valenti, molto apprezzato nell’ambiente, era caporedattore centrale della testata. Catanzarese di nascita ma crotonese di adozione, appartiene ad un’altra generazione giornalistica rispetto a chi l’ha preceduto, visto che ha solo 46 anni anche se con una lunga esperienza alle spalle impreziosita da una lunga collaborazione con l’agenzia Ansa e da 10 anni di corrispondenza dalla Calabria per La Stampa di Torino.

Piero Sansonetti, direttore del nascituro "Il Garantista"
Piero Sansonetti, direttore del nascituro “Il Garantista”

IL GARANTISTA Nella terra che legge di meno e con meno libertà di stampa intanto arriva un altro competitor, Il Garantista di Piero Sansonetti, predecessore di Regolo a L’Ora e già direttore de L’Unità e di Liberazione. La nuova scommessa di Sansonetti, al quale non è riuscita l’acquisizione del quotidiano dei Citrigno, sarà un quotidiano nazionale con sede a Roma ed una redazione a Reggio Calabria che comprenderà una ventina di giornalisti calabresi. Il motivo della loro presenza è legato alla cordata di imprenditori calabresi che finanziano l’iniziativa con la costituita “Edizioni il Garantista”, con in testa il presidente di Confindustria Reggio Calabria Andrea Cuzzocrea. Il progetto editoriale, già in fase avanzata, prevede un giornale in due dorsi di 20-24 pagine, con un’edizione nazionale diffusa in 20mila copie ed una calabrese con altre 10mila dedicate alla cronaca locale. Il vicedirettore sarà Angela Zaro de “Gli Altri” che, assieme agli altri giornalisti del settimanale che Sansonetti si appresta contestualmente a chiudere, si aggiungeranno al nucleo centrale di Liberal, organo dell’Udc comprato dalla nuova cordata pare per una cifra vicina ai 100mila euro, ed ai nuovi giornalisti calabresi, in buona parte si presume reduci dalla protesta a L’Ora della Calabria.

Per tutti gli altri lavoratori rimasti senza testata e con pagamenti arretrati? Il popolo del Web tifa per una prontissima resurrezione, e Mmasciata.it si unisce volentieri a questo coro.

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