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REVIEW | Il Vangelo secondo la ‘ndrangheta su Skytg24 (VIDEO)

Michele Presta
Michele Presta
Febbraio02/ 2015

Dal vangelo secondo la ‘ndrangheta. È questo il titolo scelto dai produttori di Vice che ritornano in tv in chiaro e aprono la prima stagione dei loro video racconti proprio partendo dalla Calabria con un focus sulla città di Cosenza e sulle processioni di Oppido Mamertina e San Procopio. Il rispetto e la riverenza verso i boss della malavita organizzata calabrese che passa attraverso i riti religiosi. Religione e malaffare alla luce della scomunica fatta da Papa Francesco nel mese di giugno a Cassano allo Ionio.

Quest’anno la serie di documentari dall’Italia e dal mondo sarà trasmessa in chiaro sul canale 27 del digitale terrestre. Ogni puntata sarà composta da due segmenti, uno con i reportage realizzati in Italia in esclusiva per SkyTG24 e uno con il meglio delle produzioni di VICE US per HBO. Il reportage trasmesso ieri, curato da Davide Fonda è il primo nel genere che dà voce nello stesso filmato all’alta carica cattolica Salvatore Nunnari e al pentito di mafia Luigi Bonaventura,  a Maurizio Rango, uno dei presunti reggenti  del quartiere San Vito di Cosenza e al procuratore aggiunto di Reggio Calabria Nicola Gratteri. Il primo ad essere ascoltato è stato proprio Gratteriche si è soffermato sulle due processioni sulle quali la procura di Reggio Calabria ha avviato una inchiesta.

Un rapporto che non si limita solo alla processioni- dice il procuratore aggiunto Nicola Gratteri- ma che dura 365 giorni all’anno. I mafiosi hanno bisogno di farsi vedere alle istituzioni religiose perchè è una forma di attestazione del potere.

Il viaggio del reporter continua poi nel Santuario di Polsi, luogo prediletto dai capi della ‘ndrangheta, nel quale si incontra il capo crimine : colui che detta le regole da seguire. La ‘ndrangheta che sfrutta la chiesa come luogo di rifugio e tranquillità. Luigi Bonaventura, pentito e ascoltato dal reporter prima di essere incarcerato, ha descritto minuziosamente tutto il rituale di affiliazione. Il santino che viene bruciato, simbolo della pena da scontare per chi viene meno al patto d’onore che sottoscrive che si affilia al clan.

Alla Chiesa compete l’educazione delle coscienza- dice Salvatore Nunnari– ma non è compito della Chiesa sostituirsi a quelle che sono le funzioni esercitate dagli organismi giudiziari e polizieschi.

Qualche preste ci ha tradito.  Conclude così il Vescovo dell’Arcidiocesi di Cosenza-Bisignano. Conclude ma di fatto apre una riflessione quanto più significativa. Se è vero che come ha detto nell’intervista il parroco non ha il compito di sostituirsi agli organi giudiziari, dovrebbe essere vero anche che il parroco non ha il dovere di intrattenersi con chi esercita attività criminale organizzata. Il santo che piange, nel quartiere di San Vito è stato un caso che ha fatto gridare presto al miracolo nella città di Cosenza.

Come regola il santo si mette girato verso la via, io l’ho messo girato verso il mio balcone perché l’ho comprato io

Quello che Rango ci tiene a sottolineare è che il fatto che la sua fedina penale non sia pulita non è indice che si tratti di una persona cattiva, lui così come tanti altri. Che l’essere credenti è una cosa che prescinde dalla posizione che si occupa nella società.

Un viaggio in apnea in mentalità antiche e per certi versi ancora misteriose, una bella pagina di giornalismo.

Michele Presta
Michele Presta

Dei mitici anni 90 ho poco,anzi niente. Studio giurisprudenza. Rincorro notizie.Twitto in maniera compulsiva. Un pochino di carta stampata e tanto web. Mi incuriosiscono le etichette dei vini. Odio la macchina al punto che ascolto IsoRadio anche quando devo andare al bar a bere un caffè. TW@michelepresta

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