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L’AVVELENATA | Denunciati a Celico, la Regione arretra

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Marzo11/ 2014

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foto di ANTONIETTA BONANNO

Centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo hanno visto il video rilanciato dal FattoQuotidiano.it (guardalo QUI) con il mite signore che al presidio antidiscarica di Celico regala fiori ai poliziotti in tenuta antisommossa. Ieri sera a Spezzano della Sila gli è arrivato il conto, ma non l’ha mandato il fioraio. La Divisione Investigazioni Generali Operazioni Speciali (Digos) della Questura di Cosenza ha notificato a lui e ad un’altra decina di persone un verbale di contestazione per aver ostacolato l’accesso dei camion di rifiuti in discarica, con una conseguente denuncia amministrativa che può portare ad una sanzione che va dai 2582 ai 10329 euro. Si legge nel verbale firmato dal vicequestore Pietro Gerace e dall’ispettore capo Antonio Gifuni: “in data 8 marzo, sulla strada d’accesso alla discarica ubicata in località San Nicola del Comune di Celico, unitamente ad altre e numerose persone, dalle ore 10 e 30 alle ore 13, bloccando e cagionando intralcio al transito degli auto compattatori che dovevano raggiungere la predetta discarica, hanno di fatto impedito il passaggio dei predetti mezzi, creando anche pericolo per l’incolumità dei presenti”.

Multe analoghe sono state notificate stamattina anche a chi l’8 marzo stava semplicemente documentando, fotografando o filmando quello che stava avvenendo e persino – questo il 10 di marzo però – a chi ha parcheggiato la macchina sulla Provinciale per raggiungere il presidio. Evento quest’ultimo non solo mai avvenuto in 23 giorni di protesta, ma nemmeno pensato in 50 anni di Coppa Sila con migliaia di veicoli in più adagiati all’arrembaggio sullo stesso tratto. Per dimostrare definitivamente quanto andiamo dicendo sin dai primi giorni – che ci si trova cioè di fronte ad una questione di democrazia prima che di tutela della salute pubblica – manca solo la denuncia a chi ha scritto ogni giorno quello che è avvenuto, ma non vorremmo dare suggerimenti troppo zelanti a chi ha il diritto di indagare a tutela dell’ordine pubblico.

PUGLIANO ARRETRA Tutto questo si poteva evitare in tanti modi, principalmente se la politica avesse fatto il suo. La Regione Calabria ieri sera ha accettato la richiesta di far conferire nella discarica di Celico materiale trattato da Calabra Maceri, stabilizzato e potenzialmente molto meno nocivo del rifiuto indifferenziato, il cosiddetto “talquale”. Ci sono voluti 23 giorni di protesta popolare per ottenere un minimo risultato di legalità. E’ stata quindi disposto dal Dipartimento Ambientale Regionale una nuova ordinanza che annulla le due precedenti del 3 marzo, quelle che avevano fatto ricominciare il blocco dei mezzi a Celico. La soluzione sta bene alle ditte e ad alcuni ma non tutti i sindaci della zona (Celico e Casole Bruzio sono per il sì), e anche se non piace al Comitato Ambientale Presilano ha ottenuto sin da stamattina il risultato di far arretrare il blocco popolare dei mezzi, dimostrando inconfutabilmente nei fatti, quanto sia stata strumentale e pericolosa la polemica sui rifiuti della città di Cosenza. Nonostante in tanti abbiano sostenuto tesi fra le più fantasiose infatti, in Presila si è mostrato un insieme di cittadini che, nel nome della salute pubblica e della tutela del territorio, si batte legalmente per la chiusura di una discarica e con blocchi di resistenza passiva al conferimento di rifiuti non trattati nella stessa. Da adesso in poi una sua delegazione controllerà a Celico quanto manchi all’obiettivo minimo verificando che le operazioni si svolgano nel rispetto delle leggi. Per tutto il resto invece c’è bisogno di spostare il teatro delle sue ragioni nelle stanze dove si prendono le decisioni importanti. Giovedì mattina tutti a Reggio Calabria.

(S. Alfredo Sprovieri)

LEGGI TUTTO: L’AVVELENATA | #NODISCARICACELICO 

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