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INNOVAZIONE | Caro Facebook ti scrivo…

Michele Presta
Michele Presta
Maggio14/ 2015

Demolite le edicole, chiudete i siti, aprite Facebook. Da tempo si aspettava l’annuncio ufficiale dell’accordo tra Facebook e nove delle più influenti e innovative testate giornalistiche del mondo, adesso è realtà.

Instant Articles altro non fa che consentire agli editori di scrivere direttamente l’articolo sulla piattaforma ideata da Zuckerberg riducendo di otto secondi il tempo di apertura dell’articolo che si troverà già nel server di Facebook. Oltre alla velocità di apertura per i giornalisti c’è anche la possibilità di creare dei contenuti interattivi con delle foto ad alta risoluzione, mappe e video in autoplay.  Una sorta di Medium (poco nota in Italia piattaforma di blogging) con il vantaggio di avere però una palatea già consolidata di 1,4 miliardi di utenti quotidiani.

Magari tra qualche tempo i nostri amici ci diranno “Ho letto dell’arresto di Giovanni proprio mentre stavo rispondendo al suo messaggio di auguri”. Ecco cosa dice Emily Bell docente della Columbia Journalism School.

 

Si può essere giornalisti e parte di una struttura commerciale? E tutti quei discorsi del comunity journalism che in questi anni sono stati fatti, adesso che fine faranno? L’annuncio di questa sintonia editoriale ha segnato un +1,27 per Facebook alla chiusura della borsa. Chi vorrà fare un piano commerciale potrà contare su due opzioni, la prima è quella di continuare a gestire la campagna pubblicitaria in modo autonomo, la seconda affidandosi agli uffici di Facebook, dividendo i proventi in base a degli accordi privati.

Presto in Italia? Probabilmente si, di certo i dati Audiweb non sono proprio così rosei. Basti pensare che in media solo il 52% degli italiani si collega quotidianamente a Internet.

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Non solo, se è vero che il giornalismo è “scrivere qualcosa che qualcun altro non vuole che sia scritto” come si sistemeranno i nuovi contenuti ? Seguiranno le leggi del mercato o quelle dell’infomazione?

Senza considerare le leggi degli algoritmi, nel dettaglio Instant Articles che secondo gli esperti americani “stravolgerà il sistema naturale del mondo dell’informazione” lavorerà in questo modo: le società editrici cederanno articoli interi a Facebook il quale si occuperà della distribuzione degli stessi, senza intervenire sul contenuto, ad oltre 1,4 miliardi di utenti. La possibilità per gli editori di poter essere loro inserzionisti pubblicitari o affidarsi direttamente a Facebook è il vero guanto di sfida nei confronti di Google che da anni come squalo predatore costringe anche le piccole realtà editoriali alla lotta per la sopravvivenza. Facebook compierebbe così un passo significativo verso la trasformazione da social network a vero motore di ricerca, con dei contenuti di sua esclusiva proprietà.

Una scelta obbligata. L’analisi fatta dal blog Newsosaur mette in evidenza come proprio le più importanti compagnie di comunicazione hanno da sempre ripudiato l’idea di dover cedere i propri contenuti a terzi. Perchè colossi dell’informazione come Nbc e New York Times hanno “inghiottito il loro orgoglio”? Il motivo è quanto più che semplice, nei siti manca l’enorme portata globale che solo Facebook in questo momento è in grado di fornire.

Zuckerberg già da tempo aveva messo gli occhi sul mondo dell’informazione lanciando l’app paper che adesso con molta probabilità sarà maggiormente ottimizzata. Verso il futuro, tante testate, un unico editore.

Michele Presta
Michele Presta

Dei mitici anni 90 ho poco,anzi niente. Studio giurisprudenza. Rincorro notizie.Twitto in maniera compulsiva. Un pochino di carta stampata e tanto web. Mi incuriosiscono le etichette dei vini. Odio la macchina al punto che ascolto IsoRadio anche quando devo andare al bar a bere un caffè. TW@michelepresta

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