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MAC TEO | Se il tuo Presidente è un Fanboy della Apple

Daniel Intrieri
Daniel Intrieri
Maggio13/ 2016

In questi casi si dice che è di recente uscita la notizia che vede Matteo Renzi, il nostro Presidente del Consiglio, addirittura denunciato dal Codacons per aver mostrato, senza pudore alcuno, il logo dei suoi scintillanti prodotti Apple ultimo modello. E’ avvenuto durante l’ultimo #matteorisponde, l’angolo che il premier sembra essere riuscito a ritagliarsi nella routine online di molti italiani e in cui risponde alle domande poste a lui direttamente dagli utenti dei social network in tempo reale, ma in realtà è una consuetudine che ci mostra da anni. Solo che ora per questa sua spudorata voglia di voler forse mostrare il suo supporto per l’azienda di Cupertino che ora si trova accusato di pubblicità occulta. Sì, perché proprio come lo si vede fare in molti film, si dovrebbe nascondere il logo dei prodotti che si usa, per evitare di dare una posizione privilegiata sul mercato ad un prodotto a discapito di un altro prodotto di un’altra azienda. Un’operazione che costa i due euro che servono a comprare un rotolo di nastro e che proprio per il suo costo esiguo si pensa sia stata omessa di proposito da Renzi, che stuzzicato dai cronisti sulla questione ha dichiarato:

Usare il mio computer non è pubblicità occulta alla Apple. Ho questo, che ci posso fare. Se ne usassi un altro, mi direbbero che faccio pubblicità occulta all’altra marca. Anche se ci metto un adesivo davanti, non cambia molto, sempre Apple è. E daglie, su. Anzi, e dai, senti come parlo

È infatti noto – e spesso rilanciato senza alcuna decenza dalla stampa amica – il suo supporto nei riguardi dell’azienda guidata da Tim Cook (ricevuto a gennaio a Palazzo Chigi) e fondata da Steve Jobs che viene infatti citato molteplici volte dal Premier, quasi come un modello da cui trarre ispirazione. Il ché va bene, benissimo: fin quando lo si fa a nome proprio e non quando si esercita il proprio ruolo pubblico. Perché a far arrabbiare è soprattutto questo, il fatto che, anche inconsciamente, provi ad inculcare uno stile di acquisti. E questo non è il lavoro di un Presidente del Consiglio, né di qualsiasi persona si trovi ad esercitare il proprio pubblico ufficio.

renzi huff

Che si debba scegliere le persone adatte a questi uffici aggiungendo criteri di buona condotta online pare evidente allora, in un’epoca –quella in cui viviamo- dove oggetti come gli iPhone vengono utilizzati come modi per dettare le mode, se ce l’hai sei in, altrimenti sei out. E che il nostro bel Mac Teo stia provando ad essere al passo coi tempi è evidente in ognuno delle decine di selfie che posta ogni giorno. Mi va bene che il mio Presidente possa provare ad essere una persona così alla mano, raggiungibile con un paio di click, ma non mi va bene che provi a fare il quattordicenne; gli manca solo il profilo su Ask.fm

Oltre ad un corso d’Inglese, Renzi dovrebbe fare anche un corso di decenza online: fare il “bimbominkia” su Internet, a suon di colpi bassi come la pubblicizzazione di un prodotto, non fa altro che annientare la credibilità rimasta. Nell’era dei presidenti che ormai possono essere benissimo chiamati showmen, che fanno cadere i microfoni per emulare rapper e che si concentrano troppo sulle battute da dire e troppo poco sulle leggi da fare servirebbe un ritorno alle origini: servirebbe qualcuno che si preoccupi di più del suo Stato e meno del suo stato su Facebook.

Daniel Intrieri
Daniel Intrieri

Traduttore ed Interprete, ogni tanto prova a fare il giornalista. Amante del fumetto giapponese, è intrappolato nel mondo a tre dimensioni.

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