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Se la Sinistra non canta “Bella Ciao”

admin
Novembre25/ 2012

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di Matteo Dalena

“No, questa canzone no. Siamo in contrasto su questa canzone”. Così Nichi Vendola, abbracciato da una sostenitrice calabrese al termine del comizio

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conclusivo della campagna elettorale delle primarie del centrosinistra, nella sua Bari, spiega perché non vuole che si intoni retoricamente il canto popolare ottocentesco simbolo della resistenza al nazifascismo.

La cornice del diniego è troppo paradigmatica per non essere ricostruita. La piazza della Prefettura di Bari il 28 novembre di 35 anni fa fu teatro dell’uccisione di Benedetto Petrone, operaio comunista di soli 18 anni assassinato ad opera di una “squadraccia missina”, recita una targa posta in sua memoria dai democratici e antifascisti del capoluogo pugliese.

Uno, appunto, che morì da partigiano, come in “Bella Ciao” che si vorrebbe derivante dalla melodia di un canto intonato dalle mondine padane: donne lavoratrici dalle schiene spezzate dall’umido delle risaie emiliano – romagnole.

Perché Nichi, ad un giorno dal voto primario, non si è lasciato andare al volere della folla festante? Il motivo è da rintracciare nei bagordi estivi del tradizionale festival popolare leccese della Notte della Taranta. All’indomani dell’ultimo concertone di Melpignano, chiuso per l’appunto dall’intonazione del celebre inno della sinistra da parte degli artisti Enza Pagliara, Alessandra Caiulo, Stefania Morciano, Giancarlo Paglialunga e Antonio Castrignanò, con l’innesto delle mondine di Novi che lo stesso Nichi Vendola seguì canterino, divamparono le polemiche provocate dalle dichiarazioni della vice presidente della provincia leccese Simona Manca che definendosi “donna di destra del terzo millennio” dichiarò pubblicamente il suo dissenso per «un inopportuno inno politico».

«Non credo – precisò la Manca in quell’occasione – che alcun vecchio cantore di pizzica sarebbe contento di veder associati i brani della tradizione a simboli politici, che siano di sinistra, di destra o di centro. E non so francamente che idea possano farsi le migliaia di turisti stregati dai nostri tamburelli e che sono stati sorpresi da Bella Ciao».

Ma a cagionare probabilmente il vero “complesso” di Nichi Vendola verso la canzone incriminata fu il consigliere regionale del Pdl Ignazio Zullo che, apprezzando il Presidente canterino, ritenne l’episodio «un rischio molto grave per le istituzioni e la politica e cioè non il canto ma l’appropriazione indebita ed egemone da parte di Vendola di tutti i palcoscenici eretti anche con i finanziamenti regionali per poter fare campagna elettorale per le primarie e per le politiche. Questo non sarebbe eticamente e legalmente corretto perché i finanziamenti derivano da fondi pubblici e non dalle tasche di Vendola».

Seppellire nel silenzio, magari lassù in montagna, le critiche degli avversari? Può darsi. Intanto le colonne sonore scelte dallo staff di Vendola sono molto lontane dalle sonorità italiche d’antan e più vicine al volgare, commerciale ed innocuo sound d’importazione anglosassone.

LEGGI ANCHE: Primarie 2012, Vendola chiude la campagna elettorale a Bari (qui)

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