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LIBERDADE* | Quegli operai morti al posto di Messi

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri
Luglio04/ 2014

viadotto

di S. Alfredo Sprovieri

Sotto quelle macerie potevano esserci Messi, Higuain e Di Maria, invece è toccato ad un operaio e ad una donna. A Belo Horizonte è crollato un viadotto in costruzione vicino allo stadio Mineirão schiacciando un autobus di linea, un’automobile e due camion. I morti accertati sono due, l’autista del mezzo pubblico, una donna, ed un operaio; una ventina i feriti, di cui otto ricoverati in gravi condizioni. Il bilancio è destinato tragicamente ad aumentare. L’opera, una delle tante incompiute dei Mondiali di calcio, doveva servire a collegare lo stadio che ospiterà una delle semifinali il prossimo 8 luglio, con l’aeroporto cittadino. La stampa brasiliana ha ricorda che sotto al viadotto Pedro I sono transitati durante i Mondiali i pullman dell’Argentina, rientrata martedì da San Paolo dopo la vittoriosa partita contro la Svizzera nella sede di Vespasiano, a pochi chilometri da Belo Horizonte, e di tutte le altre squadre che hanno giocato al Mineirão.

«È venuto giù di colpo, facendo tremare la terra», ha raccontato alla tv brasiliana Daniel Magalhaes, un automobilista passato sotto il cavalcavia pochi secondi prima del crollo. «Ero fermo al semaforo a poche decine di metri, ho sentito un rumore tremendo e ho pensato istintivamente al terremoto. Poi ho guardato nello specchietto retrovisore ed ho visto che il viadotto era crollato», ha detto.

La drammatica vicenda ha riportato nell’attualità le proteste che stanno infiammando il Brasile ormai da due anni: quella carioca è la manifestazione sportiva più costosa di sempre e questo costo esorbitante è stato completamente ammortizzato sulle fasce più deboli della popolazione, che non ha visto quelle opere sociali e architettoniche promesse dal comitato organizzatore ed è sceso in modo massiccio in piazza per protestare Contra a Copa e contro gli sgomberi forzati nelle favelas, gridando al mondo gli scandalosi rincari nei servizi essenziali.

protesto antififa
Una delle numerose protesta popolari anti-Fifa in Brasile

FIFA CORROTTA? Il viadotto che ha ucciso i lavoratori adesso rischia di diventare il tragico simbolo della corruzione di un paese dalle potenzialità enormi, che negli ultimi 20 anni ha fatto passi da gigante in termini di crescita e di lotta alla povertà, senza però mai chiudere i conti con gli anni bui della dittatura, e quindi tenendo in piedi potentati capaci di portare il livello di corruzione del paese fra i più alti del mondo. Un esempio chiaro in questi giorni emerge dall’”Operazione Jules Rimet“, inchiesta internazionale che prende il nome del primo presidente della Fifa cui era stata intitolata la Coppa del mondo assegnata alla Seleçao dopo il terzo trionfo nel 1970. Si tratta dello scandalo sul traffico dei biglietti al Mondiale brasiliano e investe direttamente la Fifa. Secondo la Polizia Civile di Rio, che sta indagando da tre mesi sulla vicenda coordinata dal Ministero della Giustizia e che in questi giorni ha arrestato undici persone, sarebbe infatti un funzionario dell’ente che governa il calcio mondiale uno dei capi dell’organizzazione che lucra sui tagliandi per le partite della Copa, rivendendoli a prezzi anche 10-12 volte superiori al prezzo effettivo. Il meccanismo della truffa era già ben collaudato: si presume che funzionasse da ben 4 edizioni e rendeva così tanto agli organizzatori da permettere loro di concedersi una pausa di 4 anni, fino al Mondiale successivo.

O MENSALAO Mensalao, ovvero lo stipendio mensile, è il nome di uno scandalo politico brasiliano che può essere paragonato all’italico Tangentopoli del 1992. Siamo nel giugno del 2005, secondo le accuse che vengono mosse al governo brasiliano sarebbero stati corrisposti ad alcuni deputati compensi mensili (pare intorno ai 12mila dollari al mese) perché venissero votati progetti che stavano particolarmente a cuore all’esecutivo. Il grande accusatore si chiama Roberto Jefferson, del partito laburista, che in un’intervista bomba al quotidiano Folha de São Paulo afferma che l’alleato di governo, il partito di Lula – il PT (Partito dei lavoratori) – avrebbe finanziato illegalmente le campagne elettorali del 2002 e del 2003 usando fondi provenienti da depositi bancari privati. La vicenda affiora da un passato lontano. Ci sono guerriglieri anti dittatura “miracolosamente” scampati alla missione di morte nella guerriglia dell’Araguaia degli anni ’70 che negli anni sono diventati politici importanti.  Sono fra gli accusati di essere fra i politici corrotti dal sistema di tangenti. Gli episodi sono strani quanto eclatanti e hanno fatto scalpore con alcuni loro collaboratori beccati con il denaro illecito nascosto nelle mutande. La questione ha aperto tanti interrogativi sul passato ed è finita per essere decisiva nella successione a Lula, che nell’agosto 2005 ha tenuto un discorso televisivo alla nazione chiedendo scusa alla popolazione per lo scandalo che ha colpito il suo governo.

Non è un caso che a quel punto il presidente designato diventa l’ex guerrigliera urbana Dilma Roussef, che ad ottobre si gioca la rielezione. Alle porte le Olimpiadi del 2016, un altro piatto da record che fa gola a molti.

* Estratto numero 4 da “LIBERDADE – l’altra faccia dei Mondiali”, libro – inchiesta in attesa di editore.

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri

Nel 2002 ha fondato "Mmasciata". Poi un po' di tv e molta carta stampata. Più montano che mondano, per Mimesis edizioni ha scritto il libro inchiesta: "Joca, il Che dimenticato".

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