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Salvini day, sull’inarrestata ascesa di un leader

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri
Febbraio28/ 2015

Salvini tv

Alessia Mosca, Lia Quartapelle, Giorgio Tonini. Chi eran costoro? Parlamentari del Partito democratico. Sono anche tre ospiti che il principale partito di governo italiano ha deciso di “schierare” in tv contro l’onnipresente Matteo Salvini, europarlamentare segretario della Lega Nord che ambisce a guidare le opposizioni e chissà un giorno cos’altro ancora.

Abbiamo seguito la maratona mediatica del leghista da quando ha annunciato la manifestazione di piazza a Roma che si terrà fra qualche ora. Una cosa semplice, ma dalla quale sono emersi dati molto interessanti, su cui è il caso di riflettere. Tornando ai nostri tre: la Mosca il 17 febbraio a Di Martedì su La7, Tonini l’indomani ad Agorà su Raitre di mattina, poi la Quartapelle a Matrix, in seconda serata. Immigrazione, sicurezza e Isis i temi dibattuti, praticamente i primi tre punti in ordine di importanza di tutti i palinsesti delle passate settimane. Proseguiamo. Lunedì 16 e martedì 17, rispettivamente a Porta a Porta e Mattino Cinque, nessun esponente di governo a controbattere gli argomenti di Salvini, solo due centristi: Pierferdinando Casini e Gianfranco Librandi.

Gli lasciano campo libero, come ai tempi di Berlusconi. Proviamo ad aiutarci con una metafora calcistica: perché la prima in classifica dovrebbe schierare i giocatori meno conosciuti contro l’avversario più in forma? I più scafati potrebbero rispondere: perché siamo solo ai “gironi” e la prima in classifica è così sicura di sé che cerca di favorire la finalista che ritiene più abbordabile. 

agendasalvini

Congetture, preferiamogli i dati perché studiare l’aggregatore social #AgendaSalvini è importante soprattutto per capire come si determina la costruzione mediatica di un leader. Lo hanno fatto in tanti, puntando lo sguardo sui professionisti della comunicazione che lavorano a questo obiettivo con molti mezzi. Noi tentiamo di occuparci invece di chi in teoria dovrebbe contrastarlo e decide di non farlo, su un mezzo solo: la tv, ancora il più importante. Ripartiamo quindi da domenica 22 febbraio; il segretario della Lega torna a L’Arena di Massimo Giletti, dove era già stato due settimane prima, giusto il tempo della pausa sanremese, contrapposto alle idee di tale Anna Ascani del Pd. Stavolta si parla delle devastazioni alla Barcaccia del Bernini, altro tema caldissimo, a discutere con Salvini di ultrà per il Pd c’è Laura Puppato. Salvini vive sempre in tv, logico che vi si trovasse una compagna,così arriva l’annuncio del fidanzamento con la conduttrice Rai1 Elisa Isoardi. Sulle poltrone di carta di Ballarò del 24 febbraio non manca e discute con la giornalista Concita De Gregorio e con l’abbonato ministro Maurizio Lupi, per il Pd compaiono Filippo Taddei e Rosario Crocetta. In due non ne fanno uno e siamo ben lontani dalle prime linee. Il 25 va in onda lungo servizio della Gabbia di La7 sulla visita di Salvini a un campo rom, giovedì 26 invece collegamento in diretta dalla Toscana su Virus di Raidue, in studio c’è Stefano Fassina del Partito Democratico. «Chi?» Venerdì 27 febbraio, infine il nostro è a Otto e Mezzo con Lilli Gruber e Marco Damilano. Stavolta il Pd si difende con i pezzi forti, avremmo detto se fossimo maligni.

agendasalvini2Come abbiamo visto la presenza nei programmi di Matteo Salvini (che in teoria dovrebbe trovare il tempo per fare il Parlamentare europeo a Bruxelles) è stata capillare e distribuita su tutte le reti, ma forse è ancora più interessante concentrarci su quelle del servizio pubblico, tenute più delle altre a garantire eque distribuzioni degli spazi.

Certo, è capitato, capita e capiterà che i rapporti di forza che condizionano il cda Rai pieghino la par condicio, e che i partiti più pesanti quindi la facciano da padrone, ma quello che succede con il leader di un partito che alle Europee ha preso un minoritario 6% è davvero inspiegabile.

Verificando le rilevazioni dell’ultimo mese monitorato dall’Osservatorio di Pavia, dal 17 gennaio al 13 febbraio, emergono robe imbarazzanti. Prendiamo Raitre, che in teoria sarebbe la Rete più ostica per Salvini, perché nell’immaginario collettivo è désinistra. Scopriamo che il leghista ha avuto da Raitre più spazio dei leader della maggioranza di governo e addirittura uno spazio doppio rispetto al premier e segretario del Pd, Matteo Renzi. I cosiddetti tempi di parola, ovvero gli spazi tv in cui l’esponente politico parla direttamente ai telespettatori, dicono che nel periodo considerato Salvini ha avuto su Raitre 4.723 secondi di spazio. Per Renzi che, lo ribadiamo, assomma la responsabilità di governo a quella di leader del partito di maggioranza relativa, lo spazio è stato circa la metà: 2.561 secondi. Se si considerano alcuni leader colleghi di Salvini all’opposizione, il divario con il segretario leghista è abissale: Giovanni Toti, consigliere politico di Forza Italia, ha avuto 667 secondi, mentre Nichi Vendola, leader di Sel, 1.221 secondi.

Da qui ritorna l’antico quesito: siamo noi a decidere cosa ci piace, o è la tv a lasciarcelo credere?

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri

Nel 2002 ha fondato "Mmasciata". Poi un po' di tv e molta carta stampata. Più montano che mondano, per Mimesis edizioni ha scritto il libro inchiesta: "Joca, il Che dimenticato".

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