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Chi è Santiago Maldonado

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri
Settembre04/ 2017

21 ottobre 2017Si è risolto il mistero che ha scosso per 78 giorni l’intera Argentina. Sergio Maldonado, fratello maggiore di Santiago, ha confermato che il corpo ritrovato nel fiume Chubut è quello del fratello. «Abbiamo riconosciuto i suoi tatuaggi, siamo convinti che si tratti di Santiago», ha detto, parlando con la stampa davanti all’obitorio giudiziario di Buenos Aires, dove un gruppo di una ventina di esperti ha esaminato il cadavere scoperto il 18 ottobre a circa 300 metri dal posto dove suo fratello era stato visto per ultima volta.

 

Doveva essere nunca mas, e invece no. Santiago Maldonado è scomparso nel nulla e Plaza de Mayo ancora  trema d’indignazione per chiedere che fine abbia fatto l’ennesimo desaparecido argentino. L’ex presidente Cristina Férnandez de Kirchner, ora alla guida dell’opposizione, ha offerto 28mila dollari di ricompensa a chi ha notizie sulla scomparsa di Santiago e il presidente Mauricio Macri costretto dalle proteste rimbalzate dall’Argentina in tutto il mondo ha chiesto agli inquirenti impegno e velocità su questa oscura vicenda.

Santiago Maldonado ha 28 anni, capelloni ricci barba lunga e occhi scuri scuri. Viene da una città che si chiama Veinticinco de Mayo, nella provincia di Buenos Aires ed è nato il 25 luglio del 1989. Da alcuni mesi si era trasferito a El Bòlson, nella Patagonia andina, per vivere fa l’artigiano e dicono sia bravissimo con i tatuaggi. I suoi familiari raccontano che non si è mai interessato di politica e che non fa parte di nessuna organizzazione, ma che quando si è trovato a vivere con le comunità aborigene ha sentito il dovere di appoggiare le loro rivendicazioni. Il 31 luglio era in strada per una manifestazione. All’alba dell’indomani la gendarmeria, senza un mandato firmato da alcun giudice, ha distrutto il cancello di una riserva mapuche con un camion antisdrucciolo con cannoni ad acqua e un gran numero di agenti sono entrati sparando proiettili di gomma e di piombo alle persone che vivevano nel campo. Molti sono scappati attraverso il fiume Chubut per mettersi in salvo nella foresta, ma Santiago non sa nuotare. Secondo alcuni testimoni, che si sono rifiutati di deporre davanti alle autorità se non protetti da un cappuccio, Maldonado è finito su una camionetta dei militari, ma la polizia ha sempre negato di averlo messo in stato di fermo, circostanza negata anche dal Ministro della Sicurezza Patricia Bullrich. Il ministro del governo di destra di Macri è una rampolla di un’importante casato di latifondisti argentini, ma anche sorella della moglie di Rodolfo Galimberti, storico leader montonero (la sinistra estrema del peronismo) e ha iniziato a fare politica proprio con la gioventù peronista. L’avvocato Juan Gabriel Labaké, storico volto del peronismo, nel 2015 l’ha accusata di lavorare per il governo degli Stati Uniti come parte di una rete destinata a destabilizzare i governi latinoamericani che non rispondono agli interessi statunitensi.

Le proteste per Santiago Maldonado sono statnet anche teatro di scontri e repressione
Le proteste per Santiago Maldonado sono state anche teatro di scontri e repressione

Interessi internazionali che collidono con quelli dei mapuche, il glorioso e antico “popolo della terra”, ancora oggi organizzato in comunità indigene “ancestrali” che vivono secondo le modalità di organizzazione e la religiosità dei loro antenati. Queste comunità nei decenni sono state depauperate e derubate non solo della loro libertà, ma anche dalle terre che erano state loro concesse dallo Stato argentino alla fine del ‘800. Le terre sono state prima incamerate dalle famiglie argentine che finanziarono la campagna militare contro gli indigeni, come appunto i Bullrich, per essere poi cedute soprattutto a capitali internazionali, fra cui anche italiani. Il primo proprietario terriero in Patagonia è oggi il gruppo Benetton, che ha avuto diverse cause da comunità indigene proprio sui titoli di possesso della terra. A differenza del Cile, dove le rivendicazioni mapuche (un milione e mezzo gli indigeni di questa comunità che vivono nel paese di Neruda) sono più radicali, in Argentina si procede con le occupazioni di terre considerate sacre o appartenenti a una comunità e a qualche piccolo attentato senza vittime. Il leader indigeno Facundo Jones Huala, attualmente in carcere, con il caso Maldonado ha avuto l’opportunità di parlare al mondo della causa mapuche con l’intervista concessa a Jorge Lanata, grande giornalista di inchiesta, già tra i fondatori del quotidiano Pagina 12. L’intervista ha avuto un’audience record, ed è la prima volta nella storia che milioni di telespettatori hanno potuto sapere di cosa succede ai popoli indio.

Per conoscere l’impatto di queste verità nella popolazione argentina bisognerà aspettare le legislative di ottobre, quello che è certo è che nel paese dei desaparecidos non ci sarà un comizio libero dal grido: Donde està Santiago Maldonado?

alfredo sprovieri
alfredo sprovieri

Nel 2002 ha fondato "Mmasciata". Poi un po' di tv e molta carta stampata. Più montano che mondano, per Mimesis edizioni ha scritto il libro inchiesta: "Joca, il Che dimenticato".

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