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RITAGLI | Maledetto Zangardi, quando un libro è un’esigenza

mmasciata
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Aprile21/ 2015

gerini bocci

di Iole Perito

Al diavolo Dante e quel bluff del dolce stil novo, le canzoni romantiche scambiate su Facebook e Whatsapp, le cene, il lume di candela, i baci consumati in week end interminabili con la testa su Marte e i corpi fra le lenzuola. L’amore non è questo, l’amore “non-è”. Non è nulla di definito, ingabbiato, prevedibile. E l’amore, poi, chi lo ha detto che è vita. E’ tutto e il contrario di tutto. Niente e il contrario di niente. L’amore può farti sentire la morte, ancora prima di morire. Ancora prima di FARTI morire. Sono quei giorni, l’amore, che gridi “maledizione, dicevano che era un’altra cosa” e invece scopri che è semplicemente questa cosa che ti sta travolgendo: un subbuglio, una nuvola nera, un attimo di sollievo, lui/lei che non ne escono più. Desiderio, ossessione, at-tra-zio-ne. E nel mentre sbrani di visioni il più grande amore mai vissuto, eccolo:  il peccato di un distacco immaginato, un tradimento sfiorato solo con la mente, anche dopo averle appena dato il piacere guardandola dall’alto negli occhi estasiati con la sua nuca semi-alzata sopra il cuscino. L’amore non si imprigiona fuori e non si imprigiona dentro. La vuoi (lei), la allontani. Lo stringi (lui), lo cacci, e nel frattempo ci stai fuggendo insieme inseguito dalla polizia di mezza Italia. Sono questi Giuliana e Leonardo.

Nel romanzo di Tonino Zangardi (parentesi sull’autore: una scoperta, un bell’incontro, un guizzo di pensieri che ti travolgono e tu senti di dirgli grazie) l’amore è soprattutto un pugno improvviso che mira dritto nello stomaco. “L’esigenza di unirmi ogni volta con te” (Imprimatur editore, 14 euro) è un lungo respiro trattenuto, un malessere che si nutre di sé, del vortice del “non” programmato, del “non” sognato, del “non” desiderato, del “non” voluto. Una continua negazione sul viale del lieto fine, una vicenda che tiene col fiato in sospeso come si avesse una pistola puntata in fronte dalla prima all’ultima pagina. Commentano le lettrici sulla bacheca dello scrittore: “Non l’ho letto, l’ho divorato”, “Semplicemente strepitoso!”, “Hai descritto la mia storia”, “Un’esplosione di battiti, paure, intrighi…”. E giù a pubblicare le foto da fan in posa con la copertina, a immortalare così emozioni che non si vogliono lasciare andare. Il successo delle vendite e dei consensi, che continuano a crescere col passaparola, non erano forse messi in conto da Zangardi, regista di numerosi documentari e programmi per la televisione che alla sua prima vera opera editoriale partiva umilmente in sordina.

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Il film di Zangardi in fase di montaggio

Risultato: due ristampe (per ora), oltre 4mila like sulla pagina social e un film “tratto da” che uscirà a settembre (qui il teaser), protagonisti Claudia Gerini – la commessa che si stravolge l’esistenza in nome del sacro fuoco del cuore – e Marco Bocci – lo sbirro fascinoso che in meno di un soffio passa dall’essere un eroe a complice di una improvvisa criminale. Non poteva non partorire una pellicola questo libro che scorre via, davvero, in una manciata di ore. Che si beve come una sceneggiatura, come un copione con parti ben assegnate, sezioni narrative dallo stile originale (paragrafi narrati in prima persona e intitolati ai tre diversi personaggi, a come loro guardano il mondo, a come si guardano fra di loro…). Sezioni che si fanno diario, ricordi delle vite precedenti e riflessioni ad alta voce, carnalità e abbracci. Impossibile, per chiunque abbia avuto la (s)fortuna di perdersi e di non ritrovarsi grazie a un essere-altro che diventa il Dio che si impadronisce di te, non identificarsi in certi passaggi già cult. Frasi banali/universali. La matita sottolinea quelle parole che Zangardi non sapendolo ha preso dai nostri istanti: “Tu sei l’amore mio!”, “Pieni, felici (…). E sono qui, dove voglio esattamente essere”, “…Senza più capire dove finisce l’uno e dove inizia l’altra”. Mentre il Leonardo ideale di ognuna di noi ci avrebbe sussurrato: “E’ come se ogni cellula del mio corpo fosse diventata sensibilissima a ogni minuscola percezione. Allungo la mia mano fra le sue gambe e sento che è bagnata. Un lago di piacere che mi aspetta”. Ma qui le pulsioni all’interno della favola vivono il contrasto di un destino autodistruttivo all’interno dell’incubo. Perché l’amore, essendo amore dunque caos, non è lineare, pulito, perfetto. E’ il big bang di giornate iniziate in un modo e finite in un altro. E’ stare accanto agli assassini non agli angeli. Come per i due amanti raccontati da Zangardi: all’alba ansimanti del loro sesso, di sera fuggiaschi incoscienti. Eppure insieme. Che è soltanto questo l’amore: “INSIEME”, nel paradiso del male.

A margine: Chiunque sappia trasmetterci un’emozione sincera, merita di appoggiarsi alla nostra anima senza lasciarla. Mannaggia a te Zangardi.

NOTA BENE: La dedica segnata sulla mia copia è “La forza violenta di un’attrazione nella scoperta reciproca di se stessi. Come: l’esigenza di unirmi ogni volta con te”.

NOTA BENISSIMO: L’amore – inoltre – è un grido: “Grandissimo strxxzo, questo libro e questi brividi erano per te!”.

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Il collettivo Mmasciata è un movimento di cultura giovanile nato nel 2002 in #Calabria. Si occupa di mediattivismo: LA NOSTRA VITA E' LA NOTIZIA PIU' IMPORTANTE.

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