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CAMPIONI DI VITA | «Sono Jack Sintini e ho murato il cancro»

Michele Presta
Michele Presta
Novembre11/ 2014

di Michele Presta

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Giacomo Jack Sintini a Cosenza per il suo libro “Forza e Coraggio” (Mondadori)

“Pronto Jack! Sono il direttore sportivo della Itas Diatec Trentino. Il presidente Diego Mosna vorrebbe incontrarti a Firenze, puoi raggiungerlo?”

Fin qui nulla di strano. Sarebbe stata la telefonata che ogni giocatore professionista di pallavolo negli ultimi anni avrebbe voluto ricevere. Trento è un top club, il sestetto migliore del mondo.  Ma la telefonata è per Giacomo Sintini, per tutti Jack e l’ultimo anno passato in ospedale, causa: cancro.  Nella settimana della raccolta fondi per A.I.R.C. la libreria Mondadori di Cosenza organizza un incontro con l’autore Jack Sintini, di professione pallavolista e autore del libro “Forza e Coraggio” (Mondadori). Jack si trova qui in Calabria per lavoro: palleggiatore della Tonno Callipo Vibo Valentia.

La favola di Jack Sintini, in molti la chiamano così. Ma non è finzione è realtà. Talento indiscusso, a quattordici anni inizia a giocare a pallavolo e a diciotto esordisce in serie A1 nella sua Ravenna. Lo allena uno dei più forti palleggiatori della storia del volley Kim Ho-Chul che gli impone di passare la giornata con un pallone. Peter è questo il nome che Jack da al pallone suo amico inseparabile. Ogni momento con la palla, anche a letto, proprio come succede nei cartoni animati giapponesi.

“Il mio sogno era di diventare un campione della pallavolo. Mi allenavo due volte al giorno, tutti i giorni. Studiavo nello stanzino del custode. Non fumavo, non bevevo, mi toccava stare a casa quando i miei amici andavano a ballare e anche con le ragazze non ero un fenomeno”.

Una mattina avverte un forte dolore alla schiena, ma non gli dà tanta importanza. Chi gioca a pallavolo ha acciacchi alle caviglie e alla schiena a milioni, non ci bada, ha un posto in campo da guadagnarsi e così fa anche Jack ci sono le ultime partite della stagione da disputare a Forlì con il suo amico Bovolenta, di cui ha ancora il numero di cellulare memorizzato. Ma il dolore non si placa e il 1° giugno il verdetto è un macigno pesantissimo: cancro e le possibilità di sopravvivenza sono del 45%.

“Ne ho parlato con la mia famiglia. Ho iniziato subito la chemio, il ciclo intermedio non ha avuto effetti positivi. Ho iniziato le cure che ero 96 kg dopo sei giorni ero 60 kg avevo 21 attacchi di dissenteria al giorno. Non ero più autosufficiente, ero stanco e vomitavo. Non ho problemi nel dire che spesso ho pensato che la morte fosse la cosa migliore e ho pensato al suicidio. Avevo preparato un discorso da dire ai miei familiari ero convinto. Poi pensavo a mia figlia Carolina, non era giusto che sapesse che il padre avesse mollato”.

Giacomo Sintini si mette a nudo, spoglia i suoi sentimenti e racconta la sua storia ad un pubblico che pende dalle sue labbra e pensa  ” e se succedesse a me?”, qualcuno si commuove; l’autore tira un sospiro di sollievo e racconta del trapianto di midollo, dell’amico di 24 anni conosciuto in reparto e perduto dopo 6 notti di coma. La storia di Jack è a lieto fine. Le cure fanno effetto e lui torna a casa.

“L’otto marzo, lo stesso in cui ho conosciuto mia moglie, sono tornato in palesta. Ero rinato e volevo tornare a vincere”.

Dopo aver siglato il contratto con Trento la data magica è però il 12 maggio 2013. Jack a Trento ha sempre fatto il secondo palleggiatore, all’ultimo punto di gara 4 il palleggiatore titolare si rompe un dito, a gara cinque tocca a Jack.

“Ho ricevuto un messaggio dai giocatori di Piacenza, dicevano ‘qualunque sia il risultato di domani noi saremo contenti. Se a vincere sarai tu il risultato sarà sicuramente meritato’. Non capita spesso che alla finale di una partita importate, in cui si decreta il vincitore del campionato si ricevano dei messaggi del genere”.

Jack è tornato in campo, ma non ha dimenticato i mesi di agonia. Ha fondato l’Associazione Jack Sintini e sta lavorando al suo sogno: mettere su un centro capace di ricreare l’ambiente familiare con cui lui ha affrontato la sua malattia. Il terreno gli è già stato donato dal comune di Perugia mentre un famoso architetto, rimasto per ora anonimo, ha disegnato la struttura. Sintini è carico e pronto a bussare anche alla porta del Parlamento europeo pur di ottenere fondi.

La storia di Giacomo Sintini l’hanno raccontata in tanti. L’ha raccontata anche chi la pallavolo non la conosce ed è giusto cosi, ma quando te la racconta lui è tutta un’altra cosa. L’inquadratura e la  dichiarazione più bella infatti, rimangono quelle del giorno della finale quando fu nominato MVP del match.

Michele Presta
Michele Presta

Dei mitici anni 90 ho poco,anzi niente. Studio giurisprudenza. Rincorro notizie.Twitto in maniera compulsiva. Un pochino di carta stampata e tanto web. Mi incuriosiscono le etichette dei vini. Odio la macchina al punto che ascolto IsoRadio anche quando devo andare al bar a bere un caffè. TW@michelepresta

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