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Caos Scuola | Dalle Tesi agli Invalsi: tutto da buttare

Michele Presta
Michele Presta
Maggio13/ 2014
La protesta degli studenti
La protesta anti-Invalsi inscenata dagli studenti in Veneto

di Michele Presta

I test INVALSI sono necessariamente la nuova frontiera della valutazione? Secondo gli studenti no. Per questo hanno detto basta e in queste ore stanno inscenando una protesta inedita lungo tutto lo Stivale. I  rappresentanti delle associazioni studentesche italiane hanno fatto fronte comune contro l’edizione 2014 dei test, scegliendo una soluzione netta: boicottare la scuola.

Viene contestato soprattutto il “nozionismo” che caratterizza l’intera gamma delle domande, perché secondo gli studenti mortifica  tutte le competenze che nel corso degli studi la scuola pubblica dovrebbe essere in grado di trasmettere.

“Una scuola pubblica che tende a ragionare sempre di più con delle logiche manageriali e che crea delle classifiche di studenti e istituti che non sono affatto corrispondenti alla realtà”. Con queste premesse si muove la mobilitazione studentesca che l’Unione degli Studenti ha organizzato in tutta Italia. Una data importante questa del 13 maggio che unisce gli studenti che affrontano i test liceali a tutti gli studenti universitari studenti di medicina, anche loro selezionati tramite test.

Gli studenti delle scuole secondarie di primo grado nel corso della compilazione dei test di sono scatenati in risposte singolari e ai limiti della realtà, “cosi come sono le domande” ; si giustificano. Molti hanno risposto a caso, altri hanno preferito giocare con i loro cellulari.

#BoicottaInvalsi insomma l’ha fatta padrone:

 

Risposta ironica per boicottare il test INVALSI (da Twitter)
Risposta ironica per boicottare il test INVALSI (da Twitter)

 

Vale la pena ricordare che questo tipo di test è stato introdotto nel 2007 con legge n. 176 del 25 ottobre. I punti specifici della prova sono:

  • rendere trasparenti e accessibili all’opinione pubblica informazioni aggregate sugli aspetti più rilevanti del sistema di istruzione, in modo da poterne leggere il funzionamento;

  • aiutare i decisori politici a valutare lo stato di salute del sistema di istruzione, per sviluppare strategie appropriate di controllo e miglioramento.

Gli studenti chiedono invece di varare piani di valutazione con prove campionarie, con quiz sottoposti a classi selezionate, tali da rendere le statistiche omogenee e quindi attendibili alla valutazione non solo dei tecnici ma anche della pubblica opionione. Nelle discussioni più accese c’è però un gruppo di studenti che sposta l’attenzione dai testi INVALSI alla generale paura degli studenti poco preparati di essere valutati: la battaglia per un nuovo metodo di selezione potrebbe penalizzare paradossalmente i più meritevoli?

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“Sei femmina o maschio? Barra una sola casella.” (da Twitter)

La necessità di portare al centro della pubblica opinione il sistema scolastico per intero si avverte anche nel dibattito sui dati dei laureati: investire nello studio è una spesa che sempre meno persone possono permettersi. Non è solo economia, molti studenti sono comprensibilmente scoraggiati da aspettative di vita post-laurea precarie. I dati del CINECA, infatti, parlano chiaro: 18mila triennali in meno e 34mila laureati complessivi in meno rispetto allo scorso anno.

A questo c’è da aggiungere come il lavoro che gli studenti svolgono nel corso degli studi raramente viene ritenuto di valore. La foto del ritrovamento di cassoni per la raccolta differenziata pieni zeppa di tesi di laurea alla Statale di Milano probabilmente coglie nel segno più di ogni altra parola rispetto ad un sistema scolastico che così non va.

Milano, il ritrovamento di centinaia di Tesi di Laurea nei cassonetti della differenziata (Repubblica.it)
Milano, il ritrovamento di centinaia di Tesi di Laurea nei cassonetti della differenziata (Repubblica.it)
Michele Presta
Michele Presta

Dei mitici anni 90 ho poco,anzi niente. Studio giurisprudenza. Rincorro notizie.Twitto in maniera compulsiva. Un pochino di carta stampata e tanto web. Mi incuriosiscono le etichette dei vini. Odio la macchina al punto che ascolto IsoRadio anche quando devo andare al bar a bere un caffè. TW@michelepresta

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