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DEGRADO | Il “Puttantour” sulla 106 di Google Maps

Michele Presta
Michele Presta
Aprile01/ 2014

Gli Speciali- Reportagedi Matteo Dalena

Tutto ciò che facciamo finta di non vedere sulle nostre strade finisce catturato dall’infallibile occhio di Google Maps. La macchina drone del gigante informatico di questa terra immortala bellezza e degrado senza distinzione. Un esempio? Fa indiscutibilmente effetto avere alla portata di un clic la tratta delle schiave nella Sibaritide. Le “Vie del Campo” nei territori di Tarsia, Spezzano Terme, Cassano, Sibari, Thurio, Corigliano, Corigliano e Rossano, dove il mercato del sesso è un fenomeno talmente macroscopico che non può sfuggire al servizio mappe del più popolare motore di ricerca del mondo.
La modalità “street view” permette infatti al navigante di viaggiare sulla “Ss 106” zummando sugli arroventati guard rail, sotto i ponti e nelle piazzole di sosta, laddove ogni giorno un esercito di donne esercita il mestiere più antico del mondo spesso al servizio di clan in continua lotta per il monopolio. L’operazione è facile ed è davvero a portata di tutti. Uscendo con il cursore dalla “A3” e ripercorrendo virtualmente le statali “533”, “534”, “19”, bretelle di congiunzione con la “106 Jonica” e il mare, ci s’imbatte con una facilità disarmante in decine di stazioni mobili del sesso a pagamento. Le immagini più vecchie sono del 2008, quelle più nuove del 2012. Spesso le ritrovi ai margini di ingressi poderali e aranceti, piccole industrie a conduzione familiare. Seggiole e ombrelli, copertoni e spazzatura, raccontano di quei luoghi di transito e “negozio” di una prestazione consumata quando va bene in ruderi poco distanti, nelle stesse autovetture oppure dietro a un cespuglio.

Eppure la disumanità è sotto gli occhi di tutti ancora oggi, lungo strade trafficate ogni giorno da migliaia di vetture una uguale alle altre. E per una volta da una diversa, unica, quella di Google Maps, che registra miliardi di scatti e li rielabora in quella che finisce per essere l’immagine fedele delle contraddizioni di questa terra. Nel finale della rappresentazione virtuale di questo mondo senza eroi, proprio sotto a un cavalcavia di Rossano il grande fratello on the road immortala il manifesto stropicciato di un concerto di Pierdavide Carone e di una giovane donna svenduta alla vita, mancano solo le tristi note della sua “Nanì” che a vent’anni vendette l’innocenza per venti euro.

Michele Presta
Michele Presta

Dei mitici anni 90 ho poco,anzi niente. Studio giurisprudenza. Rincorro notizie.Twitto in maniera compulsiva. Un pochino di carta stampata e tanto web. Mi incuriosiscono le etichette dei vini. Odio la macchina al punto che ascolto IsoRadio anche quando devo andare al bar a bere un caffè. TW@michelepresta

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