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Campionato finito: scommettiamo che…

admin
Maggio16/ 2012

calcioscommesse

Era il 23 Marzo 1980, al termine di una giornata di campionato piombano in vari stadi italiani le camionette delle forze dell’ordine, ma non per scontri tra tifosi: hanno mandati di arresto per vari calciatori, anche famosi. Scoppia lo scandalo delle scommesse clandestine, un’attività illegale nata da un paio di piccoli commercianti romani ed allargatasi fino a coinvolgere le grandi della serie A. Il Milan ci rimette le penne, finisce secondo ma retrocesso d’ufficio, stessa fine per la Lazio, altre se la cavano con penalizzazioni; tra gli imputati eccellenti, quel Pablito Rossi al quale la squalifica scadde proprio a ridosso dei mondiali spagnoli.

Primavera 1986, ci risiamo: dalla A alla C una raffica di scommesse clandestine, c’è chi si vede cancellare la promozione in A (Vicenza, a vantaggio dell’Empoli) e chi si trova due categorie indietro (Perugia), c’è come al solito la Lazio ma come al solito “per motivi di ordine pubblico” viene solo penalizzata; quelle indagini furono invero un po’ superficiali, tant’è che in ritardo si scoprì che proprio l’Empoli era una delle squadre coinvolte, se la cavò con una penalizzazione (che ne determinò il ritorno in B).Nel tempo, vari scandali minori hanno colpito le serie minori, finché… un bel giorno lo stato, per fare cassa, legalizza le scommesse; la criminalità non si perde d’animo, non ha più nemmeno bisogno di fare tutto di nascosto agli angoli di strada, di accompagnare i vincitori del totonero (sempre regolarmente pagati) a casa per non fare brutti incontri, mette le mani direttamente sulle agenzie o si limita a scommettere cifre pesanti su partite evidentemente addomesticate, visto che addirittura sono consentite scommesse a partite in corso e via Internet senza doversi presentare in agenzia e mostrarsi ad un impiegato.E così da un paio d’anni a questa parte spuntano da ogni dove sospetti, telefonate, strani movimenti finanziari, strane presenze a bordo campo, strani errori in difesa ed attacco, persino giocatori che narcotizzano i compagni di squadra; uno scandalo al cui confronto Calciopoli (sia nella prima versione censoria verso tutti che in quella ufficiale censoria solo verso alcuni e connivente verso altri) sembra quasi un piccolo incidente.

Non sappiamo se davvero verranno riscritte un po’ di classifiche, al di là delle penalizzazioni già irrogate l’anno scorso, ma la mia sensazione è che alla fine o non pagherà nessuno (se qualche grande o presunta tale risulterà coinvolta nel giro, tanto per gradire c’è ancora la Lazio del supermoralista Lotito), o pagherà solo qualche pesce piccolo, o interverrà dall’alto una bella amnistia o una bella prescrizione (si parla di gare di due stagioni fa) a mettere tutta la spazzatura sotto il tappeto. Il CONI si dichiara a guardia dei valori sportivi, ma fu già scornato 9 anni fa per questioni di retrocessioni e ripescaggi e quindi la sua “guardia” è quantomeno solo nominale.

E noi “popolo” dimostriamo ancora una volta che il tifo è una malattia incurabile, e stiamo sempre là a soffrire, a gioire per una vittoria e a sconfortarci per una sconfitta.Ma non tutto il “popolo” la pensa così: leggiamo che frange tutt’altro che minoritarie degli ultras baresi, che dovrebbero tenere alla loro squadra più di ogni altra cosa, perso per perso si sono messi a scommettere sulle sconfitte del Bari intimidendo i giocatori affinché si guardassero bene dal non perdere; e trovano ascolto in uno dei loro idoli, tal Masiello, che coglie al volo l’occasione di una palla destinata al fondo per spedirla nella propria rete, a vantaggio del… LECCE! La squadra più odiata da sempre per i tifosi baresi, più del Taranto e del Foggia, il LECCE che vince a Bari, si salva, manda in B il Bari… con il determinante aiuto dei baresi!

Sono cose per le quali non trovo termini sufficientemente dispregiativi, almeno Doni truccava le partite per far salire la sua Atalanta, questi invece causano un evento per il quale (ovviamente in senso metaforico) meriterebbero la forca…Ma forse sono io ad essere fuori dal mondo: non gioco al Totocalcio da una vita, solo una volta nel lontano 1984 feci un doppio 12 vincendo una cifra misera e tra i 12 risultati esatti c’era Torino-Napoli 3-0, quell’1 fisso giocato mi faceva sentire un ladro; non ho mai scommesso; se il Napoli perde sto “male” anche adesso che ho 42 anni; non ho termini di paragone territoriali come Bari-Lecce ma mai caldeggerei una sconfitta contro una rivale storica, per giunta determinante per un traguardo.Ma il calcio moderno è quello che vediamo, ed il bello è che “ufficialmente” sono proprio gli ultras a combatterlo… Ma forse il calcio è solo lo specchio di una società corrotta fino al midollo nell’impunità dei soliti noti e a discapito dei soliti altri noti.

Matteo Rosa


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