È un mese di importanti scoperte archeologiche, in Calabria; da Monasterace a San Giovanni in Fiore, pezzi di storia vengono alla luce mostrando a tutti le potenzialità turistiche e culturali di questa terra.
Proprio pochi giorni fa, nell’antica abbazia Florense, fondata da Gioacchino da Fiore, sono stati rinvenuti alcuni scheletri umani, appartenenti presumibilmente all’epoca che va dal 1500 al 1700. Sembra che fino ad ora siano stati rinvenuti durante alcuni lavori di consolidamento tre reperti perfettamente conservati, le foto che vi proponiamo girano su Facebook. La particolarità, oltre all’importanza scientifica della scoperta, sta nel fatto che due dei tre scheletri ritrovati sembrano “essere abbracciati l’uno all’altro, condividendo l’eternità”. Grande interesse è stato espresso dagli archeologi incaricati dall’amministrazione per monitorare le maestranze durante i lavori di consolidamento della chiesa matrice.
Il sindaco della città florense, in un’apposita conferenza stampa ha annunciato che a breve verrà incaricato un gruppo di speleologi che valuteranno con esattezza i percorsi nel sottosuolo del centro storico, ipotizzando una futura percorrenza e fruibilità turistica delle catacombe presenti nei ricordi dei più anziani. La cosa ricorda la scoperta documentata da Mmasciata nel sottosuolo di San Pietro in Guarano, proprio nelle vicinanze della chiesa madre. Quella volta però il rinvenimento di due cunicoli cadde nel nulla, completamente ignorato dalle autorità.
Questa scoperta nel cuore della Sila avviene pochi giorni dopo la scoperta di altri due pezzi di storia. Esattamente dieci giorni fa, al largo della località Formicoli di Ricadi (V.V.), un’ancora di età romana è stata portata alla luce da alcuni sommozzatori della guardia di finanza di Vibo Valentia a circa 20 metri di profondità. L’aerea in cui è avvenuto il ritrovamento, secondo la Guardia di finanza, è di particolare interesse archeologico anche perché è stata teatro in passato di rinvenimenti fortuiti di reperti relativi all’antica marineria. L’attività rientra nel quadro di un protocollo d’intesa siglato il 24 maggio del 2011 tra il Comando regionale della Guardia di finanza e la Soprintendenza ai Beni archeologici della Calabria, per la tutela del patrimonio storico e archeologico subacqueo. L’ancora sarà consegnata al museo “Vito Capialbi” di Vibo Valentia.
Il 20 settembre scorso, invece, è stato trovato a Monasterace (antica Kaulion) un mosaico rappresentante un drago di età greca. Probabilmente appartenente al terzo secolo avanti Cristo, il mosaico è il più grande di epoca ellenistica scoperto nel sud Italia. Nel frattempo, gli studenti della scuola media “Amerigo Vespucci”, “adottano” il drago: adoperandosi per una raccolta fondi e mettendo a disposizione le loro “paghette”, contribuendo alla valorizzazione del sito. “Un gesto simbolico, di alto significato che induce le istituzioni a intervenire rapidamente, come certamente faremo”, commenta Caligiuri, che prosegue dicendo che “anche questo e’ un risultato del progetto di educazione all’archeologia che stiamo svolgendo”.
L’antica ricchezza della Calabria riaffiora, quello che è difficile capire è come abbiamo fatto a seppellirla così in profondità.