
Ricorderete, abbiamo provocatoriamente spiegato perché secondo noi vittorie come quelle di Carmine Abate in occasione dell’ultimo Premio Campiello (qui) o come quella di Rosalba Forciniti con la medaglia di bronzo alle Olimpiadi (qui), seppur di notevolissima importanza per la Calabria, non appartengono alla Calabria e ai calabresi, che sbagliano ad appropriarsene. Stavolta, con il Premio Corrado Alvaro conferito al libro “Su Due Piedi, camminando per un mese attraverso la Calabria” di Giuliano Santoro ci permettiamo di pensarla un po’ diversamente.
Non perché la primissima presentazione al pubblico del volume è avvenuta il 26 maggio a San Pietro in Guarano all’interno della rassegna “Cultura VS Crisi” organizzata da Mmasciata, e nemmeno perché qualcuno di noi ha fatto un’inutile comparsata nel viaggio raccontato in questo bel libro. Questi sono semmai motivi di sincera soddisfazione, che probabilmente influenza ma non condiziona la nostra analisi.
Partiamo dal premio: ha caratura nazionale da anni (quest’anno è stato presentato a Milano) ma porta il nome del più grande scrittore e giornalista che la Calabria abbia mai potuto vantare.
Poi la casa editrice: la Rubbettino di Soveria Mannelli, azienda calabrese vicina al compimento dei 50 anni di attività.
L’autore? Un brillante e intellettualmente scontroso giornalista e blogger, vissuto metà della sua vita a Cosenza e l’altra metà a Roma. Analista sociopolitico dell’universale nel particolare, non ha mai perso il gusto di ritrovare nelle contraddizioni degli eventi locali la metafora di quelle esplicate nell’accadente globale.
Infine c’è la Calabria e i calabresi che, oltre lo status di convenzione sociopolitica, diventano protagonisti della narrazione in una chiave originale.
Il perché di questa insolita prospettiva lo ha spiegato a caldo proprio Giuliano Santoro con queste parole sul suo blog (qui): “Dalla gente ribelle dell’altopiano del sudest del Messico, ormai più di dieci anni fa, ho imparato che le fotografie non appartengono a chi le ha scattate ma a quelli che vengono ritratti. Allo stesso modo, a vincere il premio nazionale Corrado Alvaro 2012 non è stato l’autore di “Su Due Piedi”, ma il libro “Su Due Piedi”, cioè tutti quelli che in ogni modo hanno deciso di essere complici della mia camminata lunga un mese lungo le strade della Calabria”.
E’ stato chiaro fin da subito come l’impresa di Santoro fosse solo a prima vista qualcosa di già sperimentato in Calabria. I tempi storici dell’andare sono stati immortalati e raccontati in modi e momenti diversi attraverso diversi media stavolta e, mescolati nel calderone dei Social Network, moltissime persone hanno contribuito a realizzare il racconto delle tappe sul Web con il blog “Su Due Piedi”, sulla stampa con “Il Quotidiano della Calabria” e poi nel libro vincitore del Premio, che ha mente fredda ha rielaborato le esperienze delle singole tappe.
Nelle numerose presentazioni si è discusso e si è fatto discutere, facendo ripartire il viaggio letterario, al quale, come annunciato, seguirà un documentario realizzato in dvd grazie al cofinanziamento degli utenti telematici.
Arrivati alla fine del pezzo, anche avendo sviscerato in modo soddisfacente i motivi di un’idea diversa dal solito, ci rendiamo perfettamente conto che resta in piedi, anzi su due piedi un interrogativo, il solito: quanto l’allontanarsi da questa terra sia decisivo alla migliore espressione, in molti casi al successo, delle sue forze migliori.
Il dibattito resta più aperto che mai.
(sas)

