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Partecipazione alla vita pubblica: un esperimento

admin
Novembre23/ 2012

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Ho sedici anni e voglio votare, questo sistema delle primarie non me lo permette”. Arianna ci ascolta, partecipa, guarda i contendenti di questa sfida elettorale mentre popolano i salotti televisivi, legge i giornali Arianna, la politica le piace. Alza la voce perché vuole esserci, estrinsecare la propria voglia di contare, iscriversi per la prima volta nelle liste di quella preziosa palestra di democrazia rappresentata e rappresentativa.

Non può. Per lei e i suoi coetanei le porte dell’Acropoli vennero sbarrate lo scorso mese di ottobre, quando segretari, presidenti, rottamatori e loro colleghi minori si sedettero attorno ad un tavolo per decidere le modalità del voto novembrino. L’esclusione dei minorenni era essenzialmente dovuta al tentativo di uniformare il bacino elettorale delle Primarie a quello delle elezioni politiche per cui si sceglieva il candidato premier.

Arianna però ad un primo livello può contare, dire la propria, farsi le ossa nell’innovativo laboratorio culturale di Mm. Quello che ieri sera ha visto il popolo sampietrese e non solo, confrontarsi su temi scottanti della partecipazione e del lavoro, del populismo e della tecnocrazia, dell’ideologia e della comunicazione politica adottata dai 5 protagonisti del voto primario di domenica.

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Dieci minuti per tutti: scanditi da un timer digitale che ti segnala quanto ti manca e chi dovrà è parlare dopo di te. Il suo volgere dei secondi è stato attenzionato, apprezzato e rispettato dai diversi oratori che, seguendo modalità, bagagli culturali e approcci differenti si sono messi in gioco e dichiarati. Tutti uguali davanti al gong di Daniel, e non sono mancati momenti di ilarità. La voglia di esserci, contare e contarsi era tanta: anche alla luce della incomprensibile decisione maturata nei giorni scorsi dagli esponenti sampietresi dei principali partiti di centrosinistra, di bloccare ogni discussione, assemblea e dibattito sul tema primarie. Se il problema era la partecipazione della gente, l’assemblea di ieri ha offerto una risposta inequivocabile a chi preferisce la parola al silenzio. 

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Gli interventi che hanno caratterizzato l’esperimento di comunicazione politica sampietrese, esaurienti in enfasi e contenuti, rivelano una tendenza di fondo: la voglia di vestirsi di quel “lusso” rappresentato dalle Primarie, a poco importa se poi le stesse verranno affossate da una legge elettorale che vanificherà discorsi e teorie. “Intanto questo abbiamo, ed è già tanto” dichiara a cuor aperto Matilde. Dunque prendiamocelo, sperando che si tratti una competizione seria e leale, lontana dai difetti emersi quella volta a Napoli, nel 2010.

Matteo Dalena

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