Cari internauti,
‘sta cosa che il mercato è saturo perché ci sono troppi pochi lettori è una cazzata. Qui ci sta una metafora, ma siccome mi vengono in mente solo quelle da bar, farò finta di nasconderle con un serio “sarebbe come dire che è inutile fare attività politica nelle zone di forte astensionismo”. Perché la verità è che si vota e si legge di meno dove l’informazione e la democrazia, indispensabili come l’acqua e l’aria, sono serviti alle persone come merce avariata. Questa (come quelle da bar) mi convince di più.
Ora, senza più fingere di avere le premesse di un grande editoriale, è utile tornare a porci delle domande.
Un cargo pieno di notizie ancora non edulcorate, può solcare i mari dell’informazione al sicuro anche se non c’è nessuna flotta di mercenari a difenderlo? L’esperimento di Mmasciata.it e, oltre i se e i ma, l’afflato popolare che sta sostenendo l’occupazione de L’Ora della Calabria sono segnali incoraggianti in questo senso. Se può il giornalismo sfuggire alle peggiori beghe del profitto nulla di tutto ciò lo spiega, ma ci dice che vale la pena provarci.
La nostra seppur piccola comunità di lettori è ormai saldamente attestata su decine e decine di migliaia, la metà colleziona centinaia di migliaia di clic da Cosenza, Milano, Roma e Reggio Calabria e sono letture che in buonissima parte avvengono da un dispositivo mobile tipo smart phone o tablet. Il resto è la somma di ciò che di più vario e globale riusciate ad immaginare, aggiunta ad una massiccia dose di ciò che nemmeno noi immaginavamo. Questi ingredienti e altri ancora compongono un esperimento che si è dimostrato affascinante e impegnativo. Non volevamo macinare numeri, ma solleticare un nuovo immaginario collettivo. Guardare a com’è cambiato il mercato dell’informazione in questo ultimo anno, soprattutto ai Meridiani che ci appartengono, ci suggerisce che abbiamo colto nel segno con un’informazione più vicina alla vita delle persone.
Attraverso un viaggio a rotta libera su un veliero abusivo e apparentemente senza meta volevamo e vogliamo semplicemente trasmettere notizie a modo nostro. Noi, una ciurma di bimbi sperduti che si è divertita da pazzi a giocare al professionismo. Nessuno dei membri dell’equipaggio può dire di aver ricevuto meno di quello che ha dato. Già troppi i negrieri in giro. Non abbiamo trasportato rifiuti pericolosi e mercanzie di potenti; nemmeno un titolo virgolettato ad un chicchessia politico, nemmeno un’illazione non documentata a dovere o una notizia sobillata da qualche buio corridoio di tribunale. Non abbiamo gridato dalla cima del ponte di prua le parole di nessun comunicato stampa, i nostri orpelli sono stati sgombri di pubblicità e tutti gli errori li abbiamo commessi per conto nostro.
Le pagine (telematiche) di un giornale si possono riempire anche senza queste cose.
Sorpresa, alle persone piace.
Certo, in migliaia di articoli pubblicati in un anno e mezzo è capitato di farne arrabbiare di potenti, ma non ci è mai stata chiesta rettifica o precisazione di sorta, nessuna querela o citazione. Forse allegramente snobbati dal potere, vogliamo però anche credere che anche l’indipendenza sottrae potere. Ribadiamo, non volevamo scoprire una nuova terra, volevamo solo indicare un’altra via per le notizie, più veloce e vicina alle esigenze delle persone comuni.
Una rotta terza al sensazionalismo e al vittimismo, se siamo qui a raccontarlo significa che esiste davvero, che basta tenere vecchi riferimenti stellati sopra la testa e avere il coraggio di cambiare gli strumenti per solcare la tempesta per trovarla. Probabilmente in un futuro molto prossimo sempre di più percorreranno con mezzi più potenti dei nostri questa strada; rendendola maestra ne faranno una tratta per le notizie più sicura e vantaggiosa, sia per chi scrive sia per chi legge. Intanto senza contratti e senza tesserini in tasca noi continuiamo a passiamo giorni e notti a raccontare la storia di persone comuni, a dimostrare che anche gli avvenimenti del posto più dimenticato del mondo hanno dignità e possono essere raccontati in tempo reale e in modo sociale con costi e mezzi praticamente nulli.
Abbiamo combattuto al fianco delle imbarcazioni come le nostre, che al posto di una bandiera colorata esibivano la forza di un’idea e la voglia di portarla avanti senza chiedere il permesso a nessuno. Continueremo a farlo; dateci giusto il tempo di dare una riverniciata agli scafi e abbiate la curiosità di stare a vedere quali stratagemmi stiamo mettendo a punto per accattivarci i venti e le maree.
Nuovi famigerati bucanieri dei mari del Sud saranno a breve a bordo per darci una mano in questa avventura, proprio mentre altri pezzi di equipaggio saranno chiamati a scorribande sulla terra ferma della vita. Fra di loro peserà oltremodo lo sbarco di Paolo Napoli, splendido nostromo di questa folle nave digitale.
Di nuovo in mare per la battaglia anche grazie al contributo di Stefano Vena e Giuseppe Naccarato, due eccellenze di Calabria, Mmasciata.it ha sempre più bisogno dei suoi lettori: fate passaparola, aiutateci con i social, condividete, interagite, create insieme a noi tutta un’altra informazione. La vostra.