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Cosenza, del campo rom resta la cenere (VIDEO)

mmasciata
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Giugno04/ 2014

Novanta baracche completamente distrutte su un totale di centottanta , trecento gli sfollati. Questo il bilancio del vasto incendio che ieri intorno alle tredici e trenta si è propagato nel campo rom di Cosenza. Un solo ferito registrato, le cui condizioni non destano tuttavia preoccupazione. Come, fortunatamente, si riesce a scrivere in queste occasioni: una tragedia sfiorata, visto che solo l’orario dell’incidente (le cause del rogo sono ancora da accertare) ha salvato i numerosi abitanti del villaggio da una morte orribile. Molte famiglie hanno perso tutto, compreso i documenti; in questi casi si scrive anche che si è trattata di una tragedia annunciata, poiché le pessime condizioni di sicurezza e d’igiene delle bidonville cosentine sono note a tutti da molti anni. Seppur il primo in ore diurne, questo è infatti il terzo incendio di serie proporzioni che coinvolge questa struttura, che ospita molti minori esposti a situazioni di estremo disagio sociale e sanitario.

Sul posto sono intervenute le massime autorità civili e religiose, rappresentate dal sindaco Mario Occhiuto e dal vescovo Salvatore Nunnari. La macchina organizzativa si è mossa per garantire ospitalità alle famiglie sfollate in un quadro di emergenza abitativa già delicatissimo. In serata è arrivata un’ordinanza per requisire il “ferrhotel”, cioè la struttura che si trova a Vaglio Lise, nel fabbricato della stazione ferroviaria, il consiglio comunale previsto nel pomeriggio è stato rinviato ed è stata convocata una riunione ad hoc della commissione consiliare welfare del Comune di Cosenza, per stamattina alle 11.00. Unico ordine del giorno: ”Emergenza campo Rom”.

Il miglioramento delle condizioni di vita nel campo rom cosentino, uno dei più grandi della Calabria, insieme all’integrazione delle popolazioni che lo abitano, sono stati temi mai davvero risolti dalle istituzioni locali; l’osservatorio comunale sulle migrazioni (OCI), arrivò a produrre ottime iniziative di analisi e soluzioni, mai sfociate in una precisa volontà politica. Ormai cinque anni fa si provò con la soluzione della forza, quando il primo ottobre del 2009 il Prefetto di Cosenza, su segnalazione della Questura, emise oltre 90 provvedimenti di allontanamento contro persone appartenenti alla comunità Rom di Cosenza. Un mese dopo, la Magistratura Ordinaria del Tribunale di Cosenza annullò tutto per vizio di legge, dato che “le circostanze addotte dallo stesso Prefetto (mancata dichiarazione della data di effettivo ingresso in Italia, mancata dimostrazione di mezzi leciti di sostentamento, assenza di una dimora effettiva) si traducevano in circostanze che, seppur indicativo di una precarietà delle condizioni di vita, non configurano una minaccia ai valori primari della convivenza negli esigenti termini delineati dall’art.20 del DL 30/2007 e dell’art. 27 della Direttiva CE 2004/58”.

In buona sostanza cercare condizioni di vita migliori per sé e i propri figli non è un reato, ma qualche settimane dopo il giudice per le indagini preliminari chiedeva uno sgombero (tramite un sequestro preventivo dell’area) proprio in virtù della presunta commissione di diversi reati, quali ad esempio l’occupazione abusiva di suolo pubblico e lo scarico di sostanze tossiche. Lo sgombero sarebbe dovuto avvenire nella primavera del 2010, dopo l’individuazione di una nuova area e la costruzione di un campo attrezzato ma, per un motivo o per un altro, da allora lo stallo non è mai stato davvero superato e la questione è rimasta sul tappeto pressoché intatta, con poche associazioni e comitati ad occuparsi di censimenti e opere di integrazione, come l’iscrizione di 35 bambini nelle scuole della città.

Adesso resta la cenere.

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Il collettivo Mmasciata è un movimento di cultura giovanile nato nel 2002 in #Calabria. Si occupa di mediattivismo: LA NOSTRA VITA E' LA NOTIZIA PIU' IMPORTANTE.

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