“La ‘ndrangheta è male, bisogna dire di no al male“. Queste le parole storiche di Papa Francesco oggi nella messa del Corpus Domini nella piana di Sibari, davanti a circa 250mila fedeli arrivati da tutta la Calabria e non solo. Una chiara scomunica quella di Papa Bergoglio per i mafiosi, accolta con due applausi oceanici.
“Quando non si adora il Signore si diventa adoratori del male – ha detto Papa Francesco nel suo discorso finito da pochissimi minuti – come lo sono coloro i quali vivono di malaffare e di violenza e la vostra terra, tanto bella, conosce i segni e le conseguenze di questo peccato. La ‘ndrangheta è questo: adorazione del male e disprezzo del bene comune”. Così Papa Francesco, di fatto scomunica la ‘ndrangheta, con le parole aggiunte al testo dell’omelia della messa celebrata sulla piana di Sibari davanti a 250mila fedeli giunti da tutta la Calabria. “Questo male – ha scandito – va combattuto, va allontanato. Bisogna dirgli di no. La Chiesa, che so tanto impegnata nell’educare le coscienze, deve sempre di più spendersi perchè il bene possa prevalere. Ce lo chiedono i nostri ragazzi. Ce lo domandano i nostri giovani, bisognosi di speranza. Per poter rispondere a queste esigenze, la fede ci può aiutare“.
Secondo il Pontefice “quando all’Adorazione del Signore si sostituisce l’adorazione del denaro, si apre la strada al peccato, all’interesse personale e alla sopraffazione“. Da qui il monito del vescovo di Roma: “Non adorare niente e nessuno in questo mondo se non Gesù Cristo, che è presente nella santa Eucaristia. Oggi chiediamo al Signore che ci illumini e ci converta, perchè veramente adoriamo solo Lui, e rinunciamo al male in tutte le sue forme. Noi – ha detto ancora Francesco – non abbiamo altro Dio all’infuori di questo! Oggi lo confessiamo con lo sguardo rivolto al Corpus Domini, al Sacramento dell’altare. E per questa fede, noi rinunciamo a satana e a tutte le sue seduzioni; rinunciamo agli idoli del denaro, della vanità, dell’orgoglio e del potere“.
Alle istituzioni civili e politiche ha fatto appello perché ci si rivolga con particolare attenzione agli ultimi, perché non si perda quello sguardo di tenerezza verso chi si soffre, mentre ai giovani calabresi ha ribadito due volte di non farsi rubare mai la speranza.