Millenovecentonovantadue. Nel panorama italiano insieme alle stragi scoppiava la bomba di Tangentopoli. Racconterà quei tempi Giuseppe Gagliardi da Saracena (già autore dei fortunati “Tatanka” e “La Vera leggenda di Tony Vilar”) in una fiction prodotta da Wildside per Sky. Seguirà l’incredibile successo di “Gomorra”? La prima puntata è andata in onda il 24 marzo dopo lunghi mesi di attesa e fremente curiosità del settore. “1992″, che, come dice il titolo, focalizza l’attenzione proprio sull’anno-simbolo del decennio, quello in cui Mariotto Chiesa si fa beccare in flagrante con i soldi di una mazzetta appena intascata. Iniziò così la valanga di Tangentopoli. Subito dopo arriva l’operazione Mani Pulite, e l’Italia vive un momento particolare e irripetibile, dal disgusto per la corruzione all’entusiasmo per il pool di magistrati, Di Pietro in testa.
1992, però, non sarà né un approfondimento né una ricostruzione del fenomeno: la politica, le inchieste, le vicende dei protagonisti e le ricadute sulla società restano sullo sfondo, sono il contesto in cui si svolgono le vite e le avventure di personaggi qualunque. “In questa serie – spiegano gli autori e i registi a Repubblica Milano – abbiamo cercato più che altro di ricreare il mood di un’epoca“. In pratica, un po’ come hanno fatto gli ideatori di Mad Men, la fortunata serie americana che ritrae l’ambiente pubblicitario newyorkese degli anni Sessanta. I giornalisti che seguono le vicende giudiziarie si ritrovano a commentarle in un bar vicino a Palazzo di Giustizia, che in realtà è La Belle Aurore, locale piuttosto noto. Poi ci sono gli interni (reali) della Procura milanese, l’aeroporto di Mapensa, i Navigli di notte.
Antonio Gerardi è il giovane Di Pietro che fece sognare l’Italia ed esporre alle finestre striscioni inneggianti a lui e a Mani Pulite; Pietro Ragusa è Gherardo Colombo. Le uniche figure politiche cui tocca l’onore di essere impersonate da attori sono Umberto Bossi, leader della formazione che in quegli anni si stava affermando (Guido Buttarelli è l’attore) e Roberto Maroni, interpretato da Peppe Voltarelli. Protagonisti di una scena che ricostruisce un veemente comizio-arringa in piazza a Varese e che ha scatenato, giorni fa, la curiosità dei passanti.
Una produzione corposa, dieci puntate che andranno in onda tra l’autunno di quest’anno e il 2014, un totale di oltre centocinquanta personaggi. I più importanti sono Leonardo Notte (Stefano Accorsi), pubblicitario perseguitato dai fantasmi di Bologna ’77; Pietro Bosco (Guido Caprino), reduce dall’Iraq e reclutato dalla Lega Nord; Luca Pastore (Domenico Diele), poliziotto che affianca le indagini di Di Pietro. E poi Bibi Mainaghi (Tea Falco), il cui padre, imprenditore inquisito, si è suicidato; e Veronica Castello (Miriam Leone), che vuol fare la soubrette e frequenta i potenti in cerca della raccomandazione giusta. Nel cast c’è anche Bebo Storti, nei panni di un (ipotetico) democristiano milanese. Firmato da Alessandro Fabbri, Stefano Accorsi, Ludovica Rampoldi, Nicola Lusuardi, Stefano Sardo, alla regìa Giuseppe Gagliardi e Gianluca Iodice.
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