
Sul prato intorno ad una panchina di cemento si parla un po’ in inglese e un po’ in spagnolo mentre il film sottotitolato produce suoni verosimilmente scandinavi. La signora con la sigaretta fra indice e medio porta a spasso il cane verso la mostra degli illustratori, centinaia di persone vanno e vengono tranquille dalle sedie bianche. Applausi più convinti per il cortometraggio italiano con gli attempati zietti serial killer, per il resto si sonnecchia. Il paese luccica soffuso, dall’alto. Riflette una luna albicocca e visto che si proiettano pellicole di finzione d’istinto ti giri per controllare se abbia qualcosa nell’occhio come quella di Georges Méliès. Poi finisci per perdere i pensieri nel mare. Non bisognerebbe mai distrarsi durante i titoli di coda, ma per stare bene alla Guarimba Film Festival di Amantea puoi anche non rispettare i comandamenti del cinefilo.
Il giorno è quello numero due di sette nell’edizione 2014. Maglietta agendina borsetta birra. Dagli stand dei guarimberos è un via vai pacato, tutto intorno al gigantesco schermo gonfiabile è così. L’atmosfera è desueta, ma pare quella giusta. Le porte del parco sono aperte, come altri anche l’onorevole arriva a passo lento quando le proiezioni sono iniziate da tempo ma nessuna sedia con il cartello “riservato” l’attende. Scene così si vedono raramente da queste parti. Il Parco naturale della Grotta è una delle meraviglie più belle dell’intera Calabria, i fratelli Auguste Marie e Louis Nicolas Lumière che un giorno ci sarebbe stato un cinematografo così non potevano saperlo.
Terminate le proiezioni il meccanismo per riporre nella lanterna magica questa macchina dei sogni è già rodato. Vedere sgonfiarsi il superschermo che arriva da Vienna è uno spettacolo nello spettacolo, in più per pochi intimi. Poi alla spicciolata si lascia il parco e per le strade del centro, che nel frattempo ha tolto le transenne dell’affollata isola pedonale, si forma un codazzo di ragazzi con le maglie bianche come quelle di una bistrattata pubblicità sui calabresi. Ma no, non sono calabresi. Arrivano da tutte le parti del mondo per questa stramba settimana d’agosto. Si fa spazio al relax, ai tavoli meravigliosi ospiti snocciolano analisi politiche e guardano i guarimberos in allegria, chiedendo se anche stasera tutta quella gente è andata a vedere i loro film.
La notte è tarda. Per il finale di giornata la settima musa si concede al baccanale vicino Piazza dei Cappuccini, chi è troppo stanco organizza il giaciglio ai nuovi arrivati e va a dormire. Per questo affronto la divinità che benedice le abbondanti portate al “Bacco e…” gli risparmierà il folle destino toccato alle sorelle Leucippe, Arsippe e Alcitoe.
Storia di un cielo di mezza estate ormai persa nella notte dei tempi.
Domani è un’altra Guarimba.