Anime Nere non è un film da uggiosa domenica pomeriggio autunnale. Facciamoccene una ragione perchè gli autori lo sanno bene ed è bene che lo sappiano anche gli spettatori. Non si tratta di fare critica cinematografica tanto per registrare un record di incassi, si tratta di fare una breve riflessione e considerazione su quelle che sono le piaghe sociali della regione Calabria, su quello che è il dramma interiore che una famiglia vive o quantomeno potrebbe vivere.
Non si tratta di autocritica, di critica o di denuncia. È una storia, il regista lo sa bene, quindi tocca raccontarla. È nelle piccole sfumature, nei tantissimi dettagli, sugli accenti degli abitanti che l’occhio attento dello spettatore deve soffermarsi e riflettere. È nel ruolo che le donne hanno nella società calabrese, è nella purezza della vita contadina, è la contro educazione sociale che incide più di quella familiare e scolastica. Nulla è lasciato al caso.
La Calabria ne esce distrutta?
Ecco che cosa pensano il regista Francesco Munzi, lo scrittore Gioacchino Criaco e l’attore protagonista Fabrizio Ferracane, che subito dopo la proiezione in anteprima nazionale si sono fermati a dialogare con gli spettatori presenti in sala.
(Michele Presta)