In Calabria la raccolta differenziata cresce, in media, quasi dell’1% all’anno. Un trionfo ottenuto a colpi di annunci e finanziamenti pubblici. quanti? Circa un miliardo e 200 milioni di euro è piovuto sulla Regione negli anni del commissariamento ambientale. Un diluvio. Il risultato è nella tabella che il dipartimento Ambiente ha compilato per passarla alla giunta regionale e pianificare il programma di prevenzione dei rifiuti. Il documento, redatto alla fine del 2014, casca tra le mani della nuova giunta regionale e racconta l’evoluzione (forse sarebbe meglio dire involuzione) della raccolta. Il disastro, che era già nei fatti (chi non si è mai imbattuto in cumuli di monnezza alzi la mano), adesso è anche nelle cifre. Si parte dal 9,1% del 2007 per arrivare al 14,7 del 2013. E nell’ultimo anno la percentuale di differenziata ha fatto un “balzo in avanti” dello 0,1%. Di questo passo, per arrivare al 65%, limite fissato per definire il sistema sostenibile, serviranno altri 50 anni. Ci si rivede nel 2065. È un’iperbole, ovviamente, ma piuttosto spaventosa, visto che è basata sui dati reali degli ultimi sette anni, certificati dalla burocrazia regionale.
Ci sono, poi, i dati virtuali. Quelli buoni per i comunicati stampa. Nel 2008 la politica calabrese esultante presentava i risultati di un bando che avrebbe dovuto lanciare definitivamente la raccolta porta a porta. «Prima del bando – ecco il festante annuncio dell’allora assessore di centrosinistra Diego Tommasi, poi differenziato nel centrodestra – le percentuali di differenziata in Calabria si aggiravano intorno all’8/10%, dopo soli sei mesi dall’avvio del servizio la percentuale è salita al 22%, fino ad arrivare ad oggi (era il 17 maggio, ndr) con il 30%, ma i risultati sono destinati ancora a salire, visto che sono più di cento i Comuni in dirittura d’arrivo». La «dirittura d’arrivo» si è rivelata (ora che si possono spulciare i dati) un “ottimo” 12,7%. E meno male che non siamo negli Stati Uniti, perché da quelle parti sono un po’ fissati con le bugie dei rappresentanti pubblici e una panzana del genere rischierebbe di chiudere una carriera politica (o dirigenziale). La Calabria è molto più comprensiva. Si possono inventare percentuali senza problemi.
La realtà è molto più deprimente. Soltanto 7 Comuni su 409 raggiungono dati virtuosi di raccolta differenziata. Lo sanno i cittadini della Presila (tre di quei sette centri ricadono in quest’area), che continuano a riciclare ma sentono costantemente, grazie all’impianto di Celico, il lezzo delle politiche privilegiate negli ultimi vent’anni. Che hanno riempito le discariche al costo di poco più di un miliardo di euro.
Davvero serviva così tanto denaro per avvelenare la Calabria?