Sul Savuto riemergono dalle polveri del tempo le tracce di uno dei più grandi condottieri di sempre. Quando la storia passava anche di qui: Dieci comuni che collaborano per la protezione e valorizzazione di beni comuni. Insieme ad associazioni e cittadini. Un esempio di sussidiarietà orizzontale, principio costituzionale sancito dall’articolo 118 della nostra Carta. Succede in Calabria, nella Valle del Savuto. C’è fermento culturale, fermento storico, risveglio della memoria. Se il fautore primo del risveglio è stato il Rotary Club Rogliano Valle del Savuto – sotto la guida dell’allora presidente Lucio di Gioia – le amministrazioni locali hanno colto l’occasione, aderendo ad un progetto di recupero della memoria storica locale, nella prospettiva di una rivalutazione del territorio. Il progetto “Storia e Costumi della Valle del Savuto”, portato avanti, nella sua seconda edizione, dal presidente Giovanni Olivito, ha focalizzato l’attenzione delle istituzioni e dei cittadini sull’importantissimo patrimonio storico del ponte romano sito tra il comune di Altilia e quello di Scigliano. Costruito nel 203 a. C. e meglio conosciuto come “ponte di Annibale”, è arrivato praticamente intatto fino ai giorni nostri.
“Oltre 2000 anni di storia”, che al momento non godono nemmeno del vincolo ambientale dei Beni Culturali. Obiettivi del movimento che si è formato intorno al ponte e al bellissimo sito naturale in cui si trova – in cui l’ultimo fine settimana di luglio si sono riuniti in una convention di due giorni rappresentanti delle associazioni, dei comuni, del mondo accademico e cittadini – sono il riconoscimento dell’importanza nazionale che l’opera riveste e una rivalutazione in chiave turistico-conservativa del luogo. Il progetto, infine, si rivolge quest’anno anche ad altre due meraviglie poco conosciute, una storica l’altra geologica: la necropoli altomedievale di Torre Toscana nel comune di Belsito e i tunnel di Carbone nel comune di Santo Stefano di Rogliano.
La Calabria è una terra antica, ricca di risorse, troppo spesso poco valorizzate, a volte del tutto abbandonate. Conoscerle è il primo passo verso la tutela, la rivalutazione, la valorizzazione. Forse, la crescita, anche economica, della nostra terra segue l’antica via Popilia e passa anche dalla Valle del Savuto.
Manuela Bevacqua