La chiamano tutti vespa cinese, ma ufficialmente porta il nome di cinipide galligeno o, più spaventosamente, quello di Drycosmus Kuriphilus. E’ il parassita proveniente dall’est e dalla Cina che sta facendo razzìa dei castagneti presilani e in particolar modo di quelli rovitesi.
Questo parassita, arrivato dall’oriente tramite alcune piante reinnestate a Cuneo,punta dritta alla pianta determinandone un notevole indebolimento e, di conseguenza, rendendola più vulnerabile agli attacchi di altri agenti patogeni. Sono in pericolo innanzitutto le gemme e tutto il processo di sviluppo delle giovani piante. Poi ovviamente le castagne. Il parassita è per eccellenza il nemico degli amanti della caldarrosta: nonostante i frutti risultino all’esterno esteticamente perfetti, una volta “liberati” dal guscio appaiono completamente anneriti e obiettivamente non commestibili.
Sotto l’effetto di questo parassita così la produzione calabrese di castagne (seconda il Italia) è drammaticamente stata messa in ginocchio, con cali che arrivano al 80%. La questione è ormai un dramma anche sotto il punto di vista occupazionale e non risparmia il settore dei funghi e del miele.
Esistono due modi per sbarazzarsi di questo dannoso “visitatore” dei boschi di castagno. Il primo è quello del monitoraggio costante, giacchè il primo sintomo del malessere della pianta è la comparsa di vistose escrescenze sui germogli, nervature su foglie e infiorescenze. La potatura delle stesse può rappresentare un valido rimedio. Però a nulla può la chimica: da varie prove effettuate in Italia il parassita sembrerebbe refrattario agli insetticidi, il cui utilizzo risulta comunque dannoso a livello ambientale.
Quindi il rimedio più efficace nella lotta al cinipide è quello di rimpopolare l’esercito dei suoi antagonisti specifici, i Torymus sinesi. Un’opera di contrasto tutta biologica, iniziata in molti punti della Sila e della Presila con in prima linea il Comune di Rovito che per decisione del sindaco Felice D’Alessandro da quest’estate ha posto tali benefici insetti “antagonisti” al centro di una delibera per la risoluzione di quella che è stata ribattezzata a tutti gli effetti “calamità naturale”.
Matteo Dalena