di Paolo Vigna
Oggi avrebbe 50 anni Donato Bergamini, indimenticabile centrocampista del Cosenza nato il 18 settembre del 1962 e ucciso il 18 novembre del 1989. Già perché ormai possiamo dirlo: non si tratta, come lo è stato per molti, forse troppi, anni, di suicidio ma di omicidio. La Procura di Castrovillari, ormai dodici mesi fa, ha riaperto il caso ed è giunta ad una nuova inchiesta.
La verità, quella chiesta per anni dalla famiglia, sembra essere ad un passo ma mancano gli indagati: “Ci ho pensato molte volte ma senza trovare una risposta. Non riesco a capire che cosa possa aver fatto mio fratello per meritarsi una fine simile” dice la sorella Donata Bergamini che però non perde la fiducia, anzi è convinta che prima o poi il nome dell’assassino (o degli assassini) venga fuori. “Il nostro avvocato ha raccolto nuovi elementi: un lavoro grandioso che ha messo in evidenza le abnormità della vicenda. E infatti la Procura di Castrovillari si è rimessa in moto. In più si aggiunge l’impressione che ho dei carabinieri di Cosenza: persone di elevato spessore professionale”. Questi ultimi, Donata li ha definiti “gruppo zeta”, li reputa “l’ultima chance” per fare chiarezza sul caso; sono tre marescialli e un appuntato del nucleo investigativo, che hanno dato tutt’altra impressione alla famiglia, rispetto a quella pessima della caserma di Roseto Capo Spulico che, 23 anni fa, chiuse l’inchiesta in maniera a dir poco affrettata.
Intanto il Web è in fermento: sono tantissimi i post che ricordano il compianto giocatore rossoblu, augurandogli un buon compleanno, immaginandolo a festeggiare in cielo con gli angeli dallo stesso colore dei capelli e degli occhi. E proprio nel giorno del suo cinquantesimo compleanno, il web ed i tifosi, tornano a far sentire la loro voce, chiedendo giustizia e non “mezze verità”.
Finalmente nuova luce si sta facendo sul caso e le speranze di tutti quelli che lo hanno amato, e che hanno continuato a lottare come lui faceva in campo, si stanno riaccendendo.Ciò che si è spenta per sempre però, è la vita di un’atleta, di un ragazzo lasciato solo per 23 compleanni mancati.