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Cosenza, la stagione delle occupazioni

admin
Ottobre16/ 2012

 fermi occupato

di Matteo Dalena

A quattro giorni dalla scanzonata ondata studentesca che ha sfilato per le strade del centro urlando contro la “riforma Profumo”, il decreto Aprea, il caro libri e trasporti e la monotonia di una didattica unicamente “frontale”, comincia il rito delle occupazioni. Sempre la stessa musica, ma guai a chiamarle così: studenti, docenti e dirigenti ci tengono a far sapere che il termine esatto è “asseblea permanente”. Una forma “ibrida”, concordata con i capi d’istituto e della Digos, che in pratica rende gli studenti solo “parzialmente” padroni delle strutture. Spariscono lucchetti, catenacci e proverbiali barricate sostituiti da un più diplomatico “prendetevi parte della struttura basta che non fate danni”. La “novembrite” è precoce quest’anno ma si manifesta con le solite facce di sempre. Molta voglia di prendersi una pausa e di stare insieme ma anche qualche buona pratica che fa ben sperare. Il messaggio fondamentale che si ripete da generazioni in questo periodo dell’anno è che la scuola così com’è agli studenti non va bene, ma di solito finisce tutto in pochi giorni.

Il VIDEO

IL REPORTAGE:

Qui Liceo Scientifico “Scorza”

Qui gli studenti sono padroni di una sola ala, abbastanza ristretta. Nel resto dell’istituto presieduto dal dirigente Mario Nardi, la didattica prosegue nell’Aula Magna, dove i cosiddetti “entranti” (come a queste latitudini sono definiti coloro i quali scelgono di far lezione) sono raccolti. Preferiamo addentrarci nell’ala occupata: la musica pompata da un mega stereo ci accoglie e quattro ragazze ti mettono il dubbio che ci si trovi in una discoteca. Nelle classi trionfano le carte napoletane (scopa, briscola e tressette) presenti anche in formato “pocket”, mentre nel corridoio due cattedre formano un fortunoso tavolo da ping pong. Attività prettamente ludiche dunque, quelle culturali – ci informano i rappresentanti – “cominceranno da domani”.

 

 

Qui Istituto Tecnico Commerciale “Pezzullo”

Arriviamo mentre è in corso (ore 11.30) un’assemblea sulle scale dell’edificio. “Ragaaaa’ c’è Mmasciata.it”, ci riconoscono subito e proviamo a seguirli nei momenti più topici della “presa dell’Istituto”. L’area loro dedicata  è chiamata “plesso nuovo” ma, di nuovo ha ben poco, considerato che il pavimento di alcune aule mostra evidenti i segni dell’umido. Una sorta di casermone con aule tutte uguali ospita i manifestanti del Pezzullo. I rappresentanti predispongono il calendario delle attività culturali e ludiche dei prossimi giorni, c’è chi raccomanda di non distruggere i distributori automatici di bevande perché anche durante l’occupazione le bevande vanno pagate. Un calcio sfonda la grata in ferro nella parte bassa della porta: il vulcanico ragazzo viene isolato e “cazziato” sotto gli occhi attoniti degli uomini della Digos che, attentissimi, proseguono lo stesso “viaggio” nelle altre scuole cosentine occupate. L’autogestione qui pare funzionare.

 

Qui Liceo Scientifico Fermi

Nell’Istituto di Via Isnardi piccoli comunicatori crescono. Sono tutti in cortile, passati da una relazione complicata a occupato, come recita un geniale striscione che fa il verso a Facebook. Mentre è in corso una mini partita di volley, lo striscione viene calato dal secondo piano: la partita finisce improvvisamente va in scena una simpatica contestazione alla nuova Dirigente Michela Bilotta: “Qua non siamo a Bisignano”. Mentre un rappresentante ci spiega che nei prossimi giorni, oltre al calendario delle attività (anche qui work in progress) verrà garantito a chi lo desidera il diritto allo studio, veniamo raggiunti dalla richiesta della Dirigente: vuole incontrarci. Lungo “discorso” agli “occupanti” può essere riassunto da un semplice “non hanno le idee chiare”. Finito il rimbrotto la salutiamo; un acquazzone biblico sgombera il cortile e inonda le strade, rendendo oltremodo difficile raggiungere il Liceo Classico “Telesio” anch’esso in assemlea permanente. Andremo presto anche da loro.

 

 

 liceo fermi

Mmasciata.it – Speciale scuola:

Abbiamo occupato e non so perché, di Daniel Intrieri (qui)

No Austerity, gli studenti tornano in piazza, di Matteo Dalena (qui)

Il dissenso di piazza sta invecchiando, di Mariarosaria Petrasso (qui)

Dove sono i nuovi sognatori? di S. Alfredo Sprovieri (qui)

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