Il prefetto di Cosenza, Raffaele Cannizzaro, su delega del Ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, ha disposto l’accesso antimafia nell’Azienda sanitaria provinciale. La decisione, secondo quanto riferisce un comunicato della Prefettura, è stata presa ”per accertare la sussistenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa nell’azienda, anche per soddisfare l’esigenza della massima trasparenza”. L’accesso avrà la durata di tre mesi, prorogabili di altri tre, secondo quanto si legge sull’Ansa.
Fino ad oggi l’Asp cosentina era balzata agli onori delle cronache per l’immensa questione di precarietà che l’attanaglia. La stabilizzazione di quasi 430 lavoratori è stato oggetto della partita politica fra le parti per mesi e mesi, con le organizzazioni sindacali pronte a mettersi sul piede di guerra con le istituzioni.
Da stamattina però sulle istituzioni cosentine grava un’altra inquietante ombra. L’azienda sanitaria più grande della Calabria, con gli imponenti interessi che gravitano intorno al diritto alla salute dei cittadini, sarà sotto la lente d’ingrandimento dei commissari con il sospetto di infiltrazioni mafiose che a quanto pare derivano da sospetti maturati sulla sponda tirrenica.
Dopo il Comune di Rende, l’Asp della provincia: saranno mesi decisivi per stabilire se c’è e a quale livello arriva il condizionamento mafioso nelle istituzioni cosentine.