di Paolo Vigna e Salvatore Intrieri
La casa della legalità costruita dalla ‘ndrangheta, sembra un colmo invece è la realtà. L’arresto è scattato in mattinata per due presunti giovani affiliati alla ‘ndrangheta di San Luca. Giuseppe Iofrida, classe 1974 e Giuseppe Nirta, classe 1987 di San Luca. Il provvedimento restrittivo è stato emesso in seguito di attività di indagine dei Carabinieri nell’ambito dell’ indagine convenzionalmente denominata “Metano a San Luca”, che aveva già portato a sette arresti..
Gli odierni arrestati sarebbero vicini alla ‘ndrina Mammoliti, meglio conosciuta come “Fischiante”, operante non solo a San Luca ma bensì su tutto il territorio nazionale e, il cui capo Francesco Mammoliti, era già stato arrestato, sempre nell’ambito della medesima attività. Giuseppe Iofrida, incensurato e di professione architetto e Giuseppe Nirta, legato da vincoli di parentela con il Mammoliti, grazie alle loro condotte avrebbero assicurato alla cosca il controllo mafioso del territorio del comune di San Luca e le avrebbero consentito di raggiungere gli scopi criminali imposti; nel caso di specie, il controllo dell’appalto denominato “pon sicurezza casa della legalità e della cultura a polsi”, consisteva nella completa ristrutturazione di un fabbricato rurale situato in località polsi del comune di San Luca, per un importo ammontante a circa 600.000 euro.
Dalle investigazioni è emerso che: sia l’architetto Iofrida, sia il giovane Nirta (titolare dell’omonima impresa edile) sarebbero stati coinvolti, a vario titolo e con differenti ruoli, nella gestione occulta dell’appalto pubblico per la costruzione della casa della legalità e della cultura a Polsi, fornendo un’indispensabile collaborazione per il raggiungimento degli scopi e degli obiettivi dell’associazione stessa.
Iofrida avrebbe agito ed operato per conto di Mammoliti, svolgendo un fondamentale ruolo di collegamento tra il capocosca e gli operai della ditta aggiudicataria, di Cotronei, e avrebbe anche ripetutamente e consapevolmente depistato le indagini. Ottenuta la nomina di direttore tecnico dell’impresa, avrebbe fatto assumere operai riconducibili alla ‘ndrina Strangio “Janchi”, sodalizio criminale assoggettato alla ‘ndrina Mammoliti, tra cui un cugino della moglie, colpito da un avviso di garanzia in ordine al reato di fittizia intestazione di beni aggravata dall’aver agevolato organizzazioni mafiose. Nirta, invece, avrebbe depistato le indagini fornendo dichiarazioni fuorvianti e contrastanti con altre dichiarazioni acquisite nel corso delle indagini medesime.
Una notizia esemplare di come le mafie tentino di infiltrarsi nell’economia legale senza disdegnare nessun tipo di appalto, nemmeno quello di una casa che, una volta nata, dovrebbe servire a contrastarli.