Ti comporti come ogni giorno da anni, non sapendo che quello è l’ultimo. Saluti la collega con un sorriso rimandando distrattamente all’indomani, ma rivedrai il suo volto solo cinque giorni dopo su un sito internet, quando è già senza vita da ore. E’ quanto di terribile è successo in questi giorni in una banca di Cosenza. Confermato lo scoop di ieri di Mmasciata.it (leggi qui): il cadavere rinvenuto fra gli scogli di Reggio Calabria sabato 19 gennaio è quello di una 55enne cosentina. Lo confermano stamane le cronache de il Quotidiano della Calabria e di Quicosenza.
La signora mancava da giorni al lavoro e non se ne avevano notizie di alcun genere, tanto che dopo alcune ricerche private i colleghi si erano convinti a far partire un appello pubblico, con un post che ha fatto il giro delle bacheche di Facebook per due giorni. Una mobilitazione alla ricerca di segnalazioni da far pervenire alla Ubi Banca o a due sacerdoti della parrocchia di Santa Teresa, i due nodi principali di una vita condotta nel centro della città bruzia. Un appello virale quello sul Web che, attraverso la rivelazione di nome e cognome e una descrizione generica dei suoi connotati fisici, potesse arrivare al ritrovamento “sana e salva” della signora.
Evidentemente c’erano fondati motivi per temere per la sua vita. Oggi sul posto di lavoro l’aria è quella sommessa del day after, e vige il più stretto riserbo. Per le formalità di riconoscimento sarebbe stato allertato un congiunto della donna che vive fuori città e quindi si va verso la conclusione del caso, anche se le cose da scoprire a questo punto restano diverse.
Come già spiegato nelle cronache precedenti non sono stati ritrovati segni di violenza sul corpo, elemento che ha fatto propendere fin da subito le indagini verso il suicidio. La signora era senza documenti e solo con alcuni oggetti personali di carattere religioso che potessero aiutare il riconoscimento. Per cinque giorni nessun familiare ha reclamato la scomparsa in relazione al ritrovamento del corpo, fino a quando qualcuno non l’ha riconosciuta grazie alle foto diffuse dal Web.
Gli elementi mancanti di questa storia sono custoditi dal tragitto da Cosenza a Reggio Calabria.
Perché è andata a Reggio? C’è arrivata da sola? E come? Che fine hanno fatto i suoi documenti?
Queste le domande principali a cui staranno cercando risposta gli investigatori incaricati di chiudere l’ultima pagina di questo ennesimo giallo sullo Stretto.
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“Reggio, fra gli scogli un giallo che viene da lontano“