di Salvatore Intrieri e Paolo Vigna
”Siamo arrabbiatissimi perche’ a distanza di tre mesi dal sisma l’emergenza qui non e’ ancora partita. Se non dovessero giungere segnali concreti, la popolazione di Mormanno non andra’ a votare perche’ non si sente rappresentata da nessuno”. Guglielmo Armentano, sindaco di Mormanno, si è fatto interprete della volontà di tutti i cittadini del suo comune, colpito dal sisma lo scorso 26 ottobre e che si trova al centro di uno sciame ormai da ben 2 anni. Il primo cittadino ha spiegato che la legge elettorale consente al votante di non accettare la scheda elettorale da parte del presidente di seggio, facendo mettere a verbale le motivazioni per le quali non si intende votare. “In pratica: la prospettiva, numericamente parlando, dovrebbe bloccare l’intera attività del seggio elettorale perché per ogni persona che non vota andrebbe fatto un verbale con firme varie”, ci spiega un’attivista che ci ha contattato. “Alla riunione non era presente il gruppo di minoranza del Pdl che si riunirà sabato in un’assemblea degli iscritti per decidere sulla proposta! comunque la maggioranza dei presenti oggi ha espresso soddisfazione per l’iniziativa, anche se alcuni (pochi per la verità) hanno mostrato titubanze“, ha raccontato ancora.
Armentano ha inoltre aggiunto: ”Dopo 90 giorni dall’evento più forte e che ha provocato seri danni, non e’ stato fatto nulla: se il buongiorno si vede dal mattino…” e ancora “probabilmente ci sarà una proroga ulteriore di 60 giorni, ma la questione non cambia. C’è forte preoccupazione tra la popolazione – ha aggiunto lo stesso – per il fatto che le istituzioni, e in particolare il Governo, che dovrebbero essere al nostro fianco, risultano assolutamente assenti. Se non dovesse intervenire un’inversione di tendenza, temo non ci sarà alternativa al non voto. Ognuno è venuto qui a fare promesse, ma nessuno, in realtà, affronta i problemi reali che rimangono unicamente sulle nostre spalle”.
È dunque il non voto la scelta degli arrabbiati cittadini di Mormanno. Una scelta comprensibile, vista la poca attenzione delle istituzioni nazionali, che per troppo tempo sono state a guardare.
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