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La Calabria e le elezioni senza piazze

admin
Febbraio22/ 2013

catanzaro scavatore

di Vincenzo Merante

A Catanzaro la politica sembra sparita. I partiti tradizionali sono arroccati su se stessi, e in piena campagna elettorale le piazze, eccezion fatta per Beppe Grillo, sono rimaste deserte. Se non è la prima volta poco ci manca. Dopo tre anni di elezioni no-stop qui i partiti riescono solo a riempire la saletta di un bar o l’auditorium con 500 solite facce, per lo più appartenenti ai soliti prezzolati-supporter animati da singoli e piccoli interessi. Non c’è più partecipazione e adesione popolare a idee trite e ritrite, si manifesta solo rassegnazione (in alcuni casi) e rabbia (in tanti altri).

Anche le promesse pre-elettorali sembrano essere entrate in crisi. Anni fa avrebbero fatto a gara, tra offerte irrinunciabili e ruoli di spessore da regalare a destra e manca. In gran parte svanite a urne chiuse. Era la speranza a progetto, un modo per legarti un posto su quel carrozzone, legarti a quella figura politica, benefattore che ti avrebbe cambiato la vita grazie ad un singolo gesto, una “X” da apporre su una scheda elettorale. La salvezza apparente.

Ma non esistono più le promesse di una volta. E se ne sono accorti tutti: candidati ed elettori. Non c’è lavoro e questo lo sanno (finalmente!) anche le pietre, soprattutto in Calabria. Ma resiste ancora chi offende le ragazze e i ragazzi di questa terra proponendo in tempi di elezioni mansioni con stipendi da terzo mondo.

Proprio di questi giorni è la scena di un notabile che davanti ad un rifiuto ha reagito con un: “Voi giovani non avete voglia di far nulla, io ti sto offrendo un lavoro”. Già, un lavoro, questo: centro commerciale in provincia, negozio di una grande catena di telefonia, 350,00 al mese per otto/nove ore al giorno, sette giorni su sette. Ha avuto il coraggio di chiamare lavoro lo sfruttamento di un essere umano, facendo leva come una sanguisuga sulla disperazione, dicendo che “tanto, se non accetti, ne troviamo quante ne vogliamo”.

E invece la nostra speranza è che incontri sempre più ragazze come lei, capaci di dire no. Da lì, a Catanzaro come ovunque, potremo ripartire.

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