di Matteo Dalena
Cosenza, tre vite fatte cenere in un casolare abbandonato e la cronaca più efficace degli eventi sembrano farla le scritte appese come luminarie sulle teste degli ignari transumanti del corso, solo qualche passo più in là. Mentre si comincia a parlare della tragica scoperta di tre corpi carbonizzati in un rifugio per senzatetto di Via XXIV Maggio, il sabato mattina sull’isola pedonale di Corso Mazzini prosegue quasi ignaro.
Dalla Piazza principale basta prendere una traversa, dal locale più frequentato ogni sera, è solo qualche passo, davanti è un continuo via vai di macchine e c’è persino una fermata dell’Amaco, ma nessuno si era mai accorto di quanta sofferenza abitasse dietro quella porta col numero 22.
Con le tute bianche cercano di raccogliere elementi utili a capire cosa è successo, pare che una stufetta fosse allacciata alla meno peggio alla corrente pubblica; che sia stata lei il killer di tre uomini rimasti uccisi nel sonno? Sono stati ritrovati cadaveri in giacigli di fortuna del piano terra, mentre al piano di sopra è scampato alle fiamme un senzatetto di origini marocchine che agli inquirenti avrebbe detto di non ricordare nulla perché ubriaco. A quanto pare una dei corpi carbonizzati aveva delle mutilazioni, il ché ha fatto subito pensare all’uomo in carrozzina che ogni giorno chiede l’elemosina davanti ai negozi sul corso parallelo, ma più tardi l’uomo è stato rintracciato in una struttura d’accoglienza, tingendo di ulteriore raccapriccio la e mistero la vicenda dei tre carbonizzati.
L’odore è forte, fin dal piano terra. La casa è completamente in stato di abbandono e stona con le abitazioni adiacenti, rendendola riconoscibile a centinaia di metri di distanza. Lo stabile immerso anche nelle sterpaglie di quello che una volta doveva essere un bel giardino si vede sia da Viale Parco che da Corso Mazzini, spesso diventa un parcheggio ambito per le automobili perché privo di strisce blu, eppure nessuno stamattina – a parte i vicini che hanno chiamato i pompieri per il fumo che usciva dalle finistre – immaginava che fosse il bivacco dei numerosi senzacasa che abitano i posti dimenticati della città.
Le indagini proseguono nella speranza di dare presto tre nomi agli sventurati e di stabilire con precisione la dinamica degli eventi, intanto la città una volta famosa per il suo modello di accoglienza, si interroga. Alle 17 proprio davanti al casolare dell’orrore si terrà un presidio organizzato grazie ad un tam tam che continua a correre sui social network. Si chiederanno “Casa e dignità per tutti”, una delle battaglie sociali più radicate nei gruppi antagonisti della città.
ESCLUSIVA le prime immagini del palazzo di Via XXIV Maggio dopo il tragico rogo:
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