di Katia Cairo
Il grande bluff della trasparenza. Valutazione, merito, codici etici e tutto il resto sono solo carta straccia. Non si è perduto soltanto il senso del dovere, di più, si cresce di arroganza. E l’antica abitudine di marinare la scuola o “tirare filone” si manifesta, come la sindrome di Peter Pan, anche negli impiegati pubblici. Le istituzioni mettono le mani avanti: non sparate sul mucchio! E poi: chi sbaglia paga! Ma tutto risulta essere un luogo di non senso. Non c’è la capacità di reagire perché ci hanno abituato a credere che c’è di peggio.
Diciassette dipendenti del Comune di Reggio Calabria sono stati arrestati per assenteismo, ma gli indagati sono 78. L’inchiesta della Guardia di finanza mette sotto la lente il periodo aprile-maggio 2011. Per essere chiari: sulla poltrona più importante non c’erano i commissari, ma il sindaco. Nella casa comune qualcuno si sentiva a come casa propria, tanto da prendersela comoda e considerare il pubblico impiego uno spazio dove esercitare a pieno il principio di autonomia e inaugurare nuove forme di autogestione. Qualcuno si fa timbrare il cartellino per arrivare a lavoro un po’ più tardi, qualcuno timbra per altri così da permettere uscite in anticipo. Altri ancora timbrano personalmente e poi si prendono la licenza di attendere alle loro faccende. Eppure se si va a dare un’occhiata ai tassi di assenza e presenza del personale sul sito del comune di Reggio, nel periodo incriminato, risulta un quadro di zelanti impiegati. Nel mese di maggio addirittura per alcuni settori ci sono tassi di presenza del 109% (con un richiamo a margine: i valori superiori al 100% sono dovuti alla prestazione di lavoro straordinario anche nei giorni “non lavorabili” domeniche e festivi).
Ad ottobre 2012 l’epidemia dell’assenteismo infettava l’Asp di Vibo. In questo caso i carabinieri hanno controllato uffici spesso totalmente vuoti. Sono state segnalate 21 persone, tra operatori sanitari ed impiegati. Pare che siano sgattaiolate spesso dal luogo di lavoro per sbrigare faccende personali. Il fsamoso concetto di mprocrastinabile. In fondo hanno soltanto causato qualche danno economico al servizio sanitario, e qualche disagio all’utenza… Dalla parte del personale segnalato sembra essersi schierata anche la macchinetta passatempo. Dando un’occhiata al sito dell’azienda sanitaria provinciale di Vibo, alla voce “tassi di assenza e maggiore presenza del personale”, si legge: sezione in costruzione. Giustamente mica di può fare l’analisi senza il prelievo (se la macchinetta si è rotta!).
Per la par condicio spostiamoci anche nel Cosentino, ricorderete. Giusto un mesetto prima nel settembre 2012 le indiscrete telecamere dei carabinieri (allertate dalle lamentele dei cittadini) immortalarono le libere uscite di 11 dipendenti del Comune di Pedace. Nel malcapitato municipio della Presila almeno hanno avuto il buon senso di non rilevare i tassi di assenza e presenza del personale. La voce trasparenza valutazione e merito non è reperibile.
Assenteismo presente anche nella provincia di Catanzaro, ovviamente. Dove nel 2011 era partita l’inchiesta “Free badge”, una operazione dei carabinieri per perseguire il fenomeno dell’assenteismo.
Chiudiamo con un breve annuncio pubblicitario per giovani disoccupati.
Il problema del lavoro vi assilla? Aprite un’agenzia investigativa anti-assenteisti.
Navigando sul Web ho avuto il piacere di imbattermi in una “geniale” srl: Europol. Si trova a Crotone. La sua mission? “investigazioni anti assenteismo” da contattare per ottenere indagini che promettono di “risolvere problemi con il dipendente infedele e assenteista”.
TIMBRAVANO PER GLI ASSENTI – GUARDA IL VIDEO (da Strill.it)