Gino Mirocle Crisci ce l’ha fatta, è lui il successore di Giovanni Latorre alla guida di uno degli atenei più importanti del Paese, quello di Arcavacata di Rende, in Calabria. Applauso dei suoi sostenitori non appena nello spoglio si è superata la soglia matematica per la sua elezione avvenuta con 479,78 voti contro i 357,75 del suo sfidante (c’era il voto ponderato).
Il professore Crisci è nato nel 1949 a Portocannone vicino Campobasso ed era direttore del dipartimento di Biologia, Ecologia e Scienze della Terra (DIBEST) della medesima università, nella quale arrivò nel 1976 dopo la laurea a Pisa. Ha dovuto spuntarla su Marcello Maggiolini, il professore sulla cui candidatura c’era stata la convergenza degli altri sfidanti sconfitti al primo turno.
Crisci, il cui slogan è stato “L’Università di tutti“, raccoglie un testimone pesante, che è quello di Latorre, magnifico di Arcavacata per 14 lunghi anni. Lascia in eredità un ateneo fra i migliori dell’intero sistema seppur per nulla sgombro di ombre con nodi, anche giudiziari, che aspettano presto di di arrivare al pettine. L’insediamento del nuovo rettore è previsto per il primo giorno di novembre.
“È stata la passione per questa università, dove sono arrivato giovane e sono diventato adulto a spingermi a candidarmi. La mia giovinezza personale ha coinciso con quella di questa università e mi è sembrata una esperienza rarissima nella vita umana. Questa elezione è stata un’esperienza esaltante, ora rimbocchiamoci le maniche tutti insieme”.
Queste le prime parole del professor Gino Crisci, nuovo magnifico di Arcavata.