“Se verrò condannato non sarò certo il secondo Berlusconi, il mio modello è Gesù Cristo. Quel crimine nemmeno l’ho pensato, ho già perdonato i miei accusatori e sono ai servizi sociali da tutta la vita, la mia coscienza quindi è a posto”. A due mesi (il 10 dicembre) dalla pronuncia della Cassazione sulla sua condanna in Appello a nove anni e tre mesi per lo stupro ai danni di una suora, l’ex frate Fedele Bisceglia torna a ruggire e a costruire.
“Qui edificherò una seconda Oasi Francescana”, annuncia. Siamo ovviamente a Cosenza, contrada Timpone degli Ulivi, strada di periferia che conduce alla frazione di Donnici. Si chiamerà “Paradiso dei poveri, casa per bambini diversamente abili” e sorgerà immerso nella periferica quiete di un uliveto non ancora nemmeno sfiorato dall’urbanizzazione selvaggia e dal trambusto del centro. “Roberto Giordano, mio congiunto, mi ha fatto questo grande regalo donando la struttura all’associazione Paradiso dei poveri”, spiega il religioso sospeso a divinis dall’ordine dei francescani; si tratta di un appezzamento terriero di 1000 metri quadri sul quale sorge un caseggiato ottocentesco ormai ridotto ad un rudere. Sarà la base di quella che lo stesso Bisceglia definisce “l’ultima grande opera prima di morire”. I lavori per rendere concreto il progetto dell’architetto Antonello Luciani sono già iniziati. Nel disegno che Mmasciata.it vi offre in esclusiva spiccano i tre plessi di una struttura che si occuperà di assistenza, riabilitazione e accoglienza dei piccoli e sfortunati ospiti. Il grande caseggiato che è già in via di ristrutturazione ospiterà gli uffici, le camere dei pazienti e una cappella che sarà dedicata ai Santi medici Cosma e Damiano; il secondo e terzo plesso saranno adibiti a polo riabilitativo dotato di palestra e piscina. Completano la struttura il terrazzo Belvedere e un ampio parcheggio dove un’insegna recante la scritta “pace et bene” accoglierà il paziente in un “eremo di tranquillità e cure”.
Alla ristrutturazione del vecchio caseggiato e all’edificazione dei plessi
aggiuntivi sono impegnati un manipolo di giovani manovali che faranno parte di quella che Padre Fedele definisce “piccola equipe che si reggerà su lavoro regolarmente retribuito e volontario”. Al nostro arrivo troviamo al lavoro Myfather Abdusalam, lavora qui da un mese. Viene dal Niger ed è arrivato a Cosenza attraverso la Libia, via Lampedusa. “Rimarrò per un anno a lavorare alla costruzione di questa bella opera e poi spero ancora perché Padre Fedele sa che per lui farei di tutto». Basteranno il buon cuore dei cosentini e le laute offerte di quelle famiglie rimaste vicine all’ex francescano a reperire l’ingente somma di denaro che serve al completamento dei lavori? L’ex frate pensa positivo: “Credo di riuscire nell’ardua impresa, come al solito parto senza danaro disponibile, ma suffragato da precedenti avventure e realizzazioni e confidando nella solidarietà dei benefattori dico che ce la faremo”.
Nei prossimi giorni saranno affissi in tutta la città dei bruzi centinaia di volantini e manifesti con il piano delle offerte: “finestra 300 euro, una porta 500, un metro quadrato di pavimento 200, un’intera stanza 5 mila, il parcheggio 200. Per il salone di fisioterapia e il terrazzo, si chiede una “grande offerta”, mentre per la cappella il contributo sarà libero. Dopo quella che gli hanno strappato via, dice di voler regalare alla città l’ultima grande opera entro la fine del 2014: “Sarebbe un motivo in più per onorare i miei cinquant’anni di sacerdozio, spesi a servire il prossimo e nella parola del Signore”.
PARLA PADRE FEDELE BISCEGLIA, IL VIDEO: