dai nostri inviati
Una marcia per non dimenticare i dimenticati di Alessandria del Carretto. Dieci chilometri lungo la Strada Provinciale 153, chiusa dallo scorso 2 febbraio a causa di una frana. Più di venti giorni di lavori che proseguono a rilento e una popolazione tagliata fuori dal mondo. E’ su questo che hanno cercato di accendere i riflettori i volontari dell’Associazione culturale “Francesco Vuodo – Radicazioni” e l’amministrazione comunale alessandrina, nel dibattito che è seguito alla manifestazione “Marcia sul marcio…lungo la rotta via”.
La scelta di vivere in un paese difficile dell’entroterra non deve trasformarsi nell’attesa della prossima frana, sottolinea Isabella Violante dell’associazione “Vuodo – Radicazioni”. Disagio confermato dal sindaco Vincenzo Gaudio che racconta la solitudine del suo piccolo comune e il quasi totale disinteresse degli enti provinciali e regionali, che continuano a porre attenzione alla zona marina di Trebisacce, con l’ormai prossima realizzazione del “megalotto” che amplierà ulteriormente il tratto della SS 106, ma che destina solo il 2% dei fondi alle opere di compensazione che interesseranno i paesi limitrofi. Rimane dunque vana la speranza della costruzione di una strada nel fondovalle, che eliminerebbe il problema del fenomeno franoso che interessa buona parte della SP 153 e avvicinerebbe gli abitanti dell’entroterra ai centri maggiormente serviti.
Ma, per Alessandria del Carretto così come per altri paesi che vivono situazioni di disagio viario come S. Lorenzo Bellizzi, gli unici fondi PISL che arrivano sono quelli destinati alla valorizzazione culturale e al miglioramento del tenore di vita: il sindaco di Alessandria aveva chiesto fondi per l’acquisto di mezzi meccanici, gli sono stati concessi paradossalmente solo quelli per l’istituzione di laboratori artigiani, senza tener conto che in zone come questa la qualità della vita, e a volte la vita stessa, non dipendono tanto dalle attività culturali che vi si svolgono, ma dalla possibilità materiale di raggiungerle.
[widgetkit id=82]
(foto di Diego Mazzei)
Tuttavia, come spiegato dai consiglieri Belcastro e Violo dell’Ordine dei Geologi Calabria, pur se prevenire i disastri idro-geologici sia meno dispendioso del risanamento, non esiste un piano manutentivo ufficiale, anche se sono già state mappate le zone a rischio. Abbattuti dalla velocità, come diceva nel suo intervento Angelo Broccolo (SEL), gli alessandrini di fatto hanno ricevuto ben poche speranze in questo incontro.
Presente il consigliere regionale Mimmo Talarico che si è reso disponibile a fare da intermediario con il Presidente della Provincia di Cosenza Mario Oliverio e a sottoscrivere un impegno con il paese di Alessandria, per portare avanti le richieste della popolazione non solo per la risoluzione dell’attuale emergenza ma per provare a disegnare un piano di risanamento più ampio. Anche se lui stesso ammette che Alessandria non può sperare in forme di sviluppo e “un bambino che nasce ad Alessandria del Carretto è un bambino che ha meno diritti di uno che nasce altrove”.
L’intervento di chiusura del consigliere della Provincia di Cosenza Mario Melfi, lascia un po’ l’amaro in bocca: leggendo un sms annuncia la risoluzione della frana a metà della prossima settimana (salvo intemperie) e dichiara che, per mancanza di fondi, la Provincia non potrà mai effettuare opere “megagalattiche”. La SP 153 sarà dunque “rattoppata”. Un’opera risolutiva può essere effettuata solo coinvolgendo altri enti. La soluzione per invitare i cittadini a rimanere in questi luoghi disagiati, secondo il progetto presentato e coadiuvato da una raccolta firme, sarebbe l’istituzione di un reddito minimo di cittadinanza, in particolar modo per i cittadini che abitano in paesi al di sopra dei cinquecento metri sul livello del mare.
A quote più basse, evidentemente, si è meno cittadini.