di Daniel Intrieri
In onda su RaiUno canale a partire dalla prima serata di oggi, la fiction girata in Calabria (con qualche puntatina a Messina) che spera di riuscire dove articoli su articoli di giornale e notizie al telegiornale hanno fallito. Si chiama “Il giudice meschino” e vedrà ritornare sul piccolo schermo televisivo Luca Zingaretti, già famoso per la serie televisiva in prima serata basata sulle storie dello scrittore siciliano Camilleri. Con lui la moglie Luisa Ranieri, per la prima volta sul seti insieme al marito dopo quello che li fece incontrare e innamorare; è infatti la prima volta che la coppia, dal giorno del matrimonio celebrato il 23 Giugno 2012 nella cornice del Castello di Donnafugata, si trova a condividere anche la vita professionale.
Il celebre volto de il “Commissario Montalbano” vestirà nei panni di Alberto Lenzi, un Pubblico Ministero cinico, indolente e disilluso che, sconvolto dall’uccisione in un agguato di un collega, suo amico carissimo, ritrova la forza interiore per lottare al servizio della giustizia e della verità. Dietro quell’assassinio, infatti, si nasconde una terribile realtà: un traffico di scorie radioattive che minaccia seriamente la salute pubblica. Per la regia di Carlo Carlei, la fiction andrà in onda anche domani in prima serata e, dopo la Sicilia di Camilleri, si troverà a raccontare il romanzo del palmese Mimmo Gangemi e una terra difficile quanto bella: la Calabria che non viene mai raccontata, quella dove troppo spesso uomini di malaffare trovano appoggio nelle istituzioni e negli uomini di Stato, dove la ‘ndrangheta la fa da cane da guardia al potere malato senza che questo riesca a suscitare lo scalpore necessario.
La fiction come detto tratterà un tema scottante quanto attuale, quello dei rifiuti tossici interrati nel territorio e lo farà parlandone non solo come un problema che interessa la criminalità organizzata, ma anche le istituzioni stesse che dovrebbero proteggere e salvaguardare il territorio e che invece spesso sono imbrigliate in storie di protezioni e connivenze. E’ difatti questa una storia di collusioni che trova molti punti in comune con la realtà, e anche per questo Zingaretti stesso la definisce “un progetto coraggioso”. A spalleggiarlo nella sceneggiatura un maresciallo-angelo custode, non sposata e che non ha figli, mentre nella vita reale i due hanno anche una bambina, che lo aiuterà ad investigare su “la spiana dell’infamia”, una ricca area rinominata così dai locali dopo essere divenuta famosa per essere il luogo in cui navi cariche di rifiuti tossici si liberano del loro ingombrante e fastidioso contenuto senza che nessuno dica niente.
Riuscirà la fiction a smuovere gli animi dei calabresi sull’avvelenamento della loro terra?