Da quando l’uomo inventò la Maturità va sempre così: tutti pazzi appresso al toto-traccia della vigilia. E se invece di cercare di capire di cosa parlerà la Prima Prova tentassimo di capire come si fa?
L’articolo di giornale della TIPOLOGIA B di soluzioni previste è ovviamente il tipo di traccia su cui possiamo dire la nostra e pensiamo sia anche quella più facile da svolgere. Un vecchio saggio caporedattore insegnava infatti che il buon giornalista è colui che scrive bene di una cosa che non sa. Quindi poca paura, qualsiasi argomento può essere affrontato con creatività e facendo attenzione alle regole giuste si può fare anche un ottimo tema di opinione.
Suggeriamo un po’ di trucchi:
- Lasciamo il titolo e il tipo di giornale su cui vorremmo pubblicato il testo per una seconda fase, magari abbozzando all’inizio la prima cosa che ci viene in mente; se conosciamo i fatti e ci concentriamo su quelli sceglieremo un giornale di cronaca, altrimenti uno di opinione e, se mentre scriviamo siamo concentrati su quello che vogliamo esprimere, vedrete che il titolo comparirà da sé come un gioco di parole o uno spot pubblicitario che invogli alla lettura.
- Molto importante è l’attacco dell’articolo, il primo periodo di lettura: deve contenere la “notizia”. Quello che vogliamo dire nell’intero tema dev’essere riassunto nelle prime righe. Se stiamo parlando di cronaca è utile usare la famosa regola delle 5W+H: Who (=chi); What (=cosa); Where (=dove); When (=quando); Why (=perché) + How (=come), altrimenti è buona regola aprire con una domanda che ci poniamo e poniamo al lettore.
- In ogni caso frasi corte e pochi aggettivi, usare punti e punti e virgola per rendere la lettura veloce e appassionante ed evitare termini complicati: bisogna scrivere, in italiano corretto certamente, la lingua parlata del nostro periodo. Non diremmo mai ci vediamo presso la piazza, perché dovremmo scriverlo?
- Utilizzare verbi al presente indicativo o al passato prossimo, stiamo immaginando di scrivere per un giornale, non per un libro di storia, dobbiamo raccontare e indagare il contemporaneo.
- Prendersi una pausa ragionevole una volta finito e rileggere con la massima calma, ad alta voce in testa, come se quel testo venisse letto per la prima volta.
Facciamo (IN BREVE) un esempio basato sulle tracce dell’anno scorso. Prendiamo per esempio il tema sugli omicidi politici e proviamo a svilupparne la prima parte insieme.
TITOLO: Dal tu quoque allo #staisereno, come si evolve il tradimento in politica
TIPO DI GIORNALE: Corriere della Sera
Una volta era il “tu quoque”. L’imperatore Giulio Cesare lo bisbigliava a Bruto, “figlio suo”, prima di ricevere le coltellate del tradimento. Adesso che le Idi di Marzo sono lontane basta un messaggio sulla piattaforma di messaggi istantanei Twitter con la parola chiave giusta a segnare la fine di un rapporto politico durato decenni. Il tradimento in politica all’epoca delle larghe intese è ritenuta una cosa normale, non si fa in tempo a cambiare canale che il politico ha cambiato schieramento, eppure l’omicidio politico è ancora in voga come ai tempi dei romani. Saremmo portati a dire che gli spargimenti di sangue sono roba di un passato remoto, ricordando come facciamo ogni anno con anniversari copia e incolla sui social network il sacrificio di grandi leader del passato, ma in realtà ogni anno moltissimi amministratori locali sono vittime di attentati e intimidazioni e l’omicidio di uomini politici in questo paese è ancora cronaca di questi anni, da Locri fino a Genova.
E’ vero però che l’omicidio politico si può fare anche senza spargere sangue, si può usare la famosa macchina del fango ad esempio, o piegare le regole democratiche e allontanare chi non la pensa come noi (argomentare con esempi…)
L’omicidio politico può essere rivoluzione o conservazione (…argomentare con esempi)
CHIOSA o FINALE: Finirà mai di essere efficace l’omicidio politico? Difficile dirlo, per renderlo inutile bisognerebbe fare in modo che uccidendo una persona non si possano uccidere anche le idee che porta avanti. Bisognerebbe diventare una società di collettivi e non una di individui.
Buona fortuna a tutti i maturandi, cercate di riposare tranquilli e credete in voi stessi, o nel vicino di banco.