di Matteo Rosa
C’era un tempo non lontano in cui, per partire dalla Calabria e raggiungere la parte opposta dello Stivale, bastava armarsi di santa pazienza, coraggio e prudenza; essendo disposti a trascorrere una notte e parte del giorno in treni sgangherati e maleodoranti, da Paola si arrivava ovunque (Milano, Torino, Genova, Venezia, Bologna). Da Cosenza a Paola la parte più impegnativa dell’impresa, visto che i trasporti regionali erano totalmente disaccoppiati da quelli a lunga percorrenza. Non c’erano alternative, lo so bene visto che per due mesi ho lavorato a Torino; voli da Lamezia (raggiungibile in bus) con cambi a Roma, prezzi esorbitanti (ma almeno pagava l’azienda) e tempi imprecisati. Un’unica certezza: a Fiumicino c‘è l‘intoppo ad attenderti.
C’è un tempo, vicino e presente, in cui capita di ricevere una triste telefonata, e di volersi recare a Torino per rendere omaggio ad un parente che non c’è più. E così parte un’affannosa e disperata ricerca di un volo Lamezia-Torino. Il diretto c’è solo pochi giorni a settimana a prezzi spaventosi, facendo cambi si impiegano parecchie ore ed il prezzo non cala. Non ci sono più treni diretti (almeno da Paola), ci sono due o tre cambi da fare, il prezzo è come quello dell’aereo ma si impiegano almeno 14 ore, salvo imprevisti (dovuti ai cambi ed alle coincidenze non assicurate). Ci sono dei pullman, che a metà prezzo rispetto all’aereo e al treno partono da vari punti della provincia di Cosenza arrivando però a Torino troppo tardi.
Ci sarebbe ovviamente la macchina, alla faccia dell’ecologia e della sicurezza stradale, ma da solo non mi avventuro a fare lunghi viaggi di notte, specialmente su strade che conosco solo su mappa.
Passo ore sul web, valuto l’ipotesi di volare da Reggio Calabria, Napoli, Bari, persino Roma, ma niente da fare. E’ un’impresa impossibile per tempi (visto che comunque dovrei arrivare in quelle città) e costi.
Simpatico il sito dell’Alitalia che propone una combinazione Lamezia-Milano-Palermo-Torino, durata complessiva 12 ore. Simpatico… ma decisivo: Milano, perché non pensarci prima, c’è mio cugino che può ospitarmi… E così, in extremis, pochi minuti prima di dedicare la mia attenzione a AIK Solna-Napoli, trovo la soluzione. Lamezia-Milano e ritorno, c’è pure un’offerta allettante ma… per sfruttarla devo ripartire due giorni dopo, nessun problema, mio cugino mi può ospitare ed un’uscita serale a Milano non dispiace mai.
E per raggiungere Lamezia? Semplice, hanno tolto quasi tutti i bus per l’aeroporto, ma fino a Lamezia in macchina, sebbene di sera, con nebbia a Piano Lago e dopo una settimana di devastante stress lavorativo, me la sento. Peccato che quel volo parte in ritardo perché non si trova un’ambulanza per soccorrere un passeggero arrivato da Milano con l’aeromobile corrispondente, così dove “sotto a ti se viv la vita, se sta mai coi mani in man” arrivo a metro chiusa (00.20… mica le 3 di notte!) e con un bel giro in taxi, a costi quasi pari a quello del volo, passa la paura.
La mattina dopo, con poche ore di sonno, tragitto Milano-Torino in treno: posso scegliere tra regionali a 11.10 Euro che impiegano due ore, FrecciaRossa a 30 euro, o FrecciaBianca che sono Intercity rinnovati a prezzi da FrecciaRossa e tempi da regionale. Non abbiamo scampo, visti gli orari ci tocca il FrecciaRossa, al ritorno optiamo per il FrecciaBianca con un’offerta last minute (praticamente treno preso al volo) a 19 Euro. Anche lassù Trenitalia pratica l’apartheid tra chi vuole il salottino Business e chi chiede solo di muoversi da una città all’altra, ma almeno i treni ci sono, pure frequenti, ed il FrecciaBianca fa Torino-Venezia, collegando tutto il nord.
Riparto in una domenica bestiale “mentre Milano dorme ancora”, la vedo sonnecchiare ma non posso accorgermi che è bella, solito cielo grigio e plumbeo, totale assenza di contorni, contrasti e colori. Come fanno i milanesi (e i torinesi) a convivere con quest’atmosfera di mestizia perenne solo loro lo sanno. Da Ancona in giù non vedo più i toni di grigio, più mi avvicino e più vedo sole, mare, montagne.
In un raro impeto di ottimismo, penso che forse per questo ci hanno isolati, ci hanno tagliato fuori da tutti i trasporti, ci hanno reso impossibile percorrere solo un migliaio di km senza impegnarsi lo stipendio e senza fare salti mortali. Forse per questo i nostri politic(ant)i non hanno mai protestato.
Quasi quasi vado a ringraziarli…