La polizia ha filmato un summit di mafiosi nel Milanese
La mafia al Nord esiste eccome e una nuova sentenza lo prova. Si è concluso infatti con 15 ergastoli il processo milanese con al centro tre omicidi per faide delle cosche della ’ndrangheta in Lombardia.
Dopo le 110 condanne del 2011 a presunti boss e affiliati di una quindicina di clan sparsi tra il capoluogo lombardo e l’hinterland, è arrivata una raffica di ergastoli: 15 per altrettanti imputati in un processo che aveva al centro tre omicidi, tra cui quello del “capo dei capi” nella regione che Roberto Maroni, ex ministro degli Interni e oggi candidato a governatore per l’asse Lega-Pdl, sosteneva con forza di essere al riparo dalle infiltrazioni criminali.
La sentenza è stata emessa dalla corte d’Assise di Milano. L’inchiesta si è avvalsa della collaborazione di due pentiti. Gli omicidi sono quelli di Carmelo Novella, Rocco Stagno e Antonio Tedesco, uccisi tra il 2008 e il 2009 nell’ambito di un grosso regolamento di conti fra la costola calabrese e quella lombarda della cosca. I Comuni di Seregno e Giussano (Monza Brianza) hanno ottenuto 100 mila euro di risarcimenti ciascuno come parti civili.
Non solo condanne alle bocche di fuoco dei clan, un duro colpo è stato assestato anche alla cosiddetta area grigia, fatta di insospettabili. L’ex magistrato del tribunale di Reggio Calabria Vincenzo Giuseppe Giglio infatti, è stato condannato a 4 anni e 7 mesi di carcere, mentre 8 anni e 4 mesi sono stati decisi per il consigliere regionale calabrese del Pdl Franco Morelli. Sono accusati di aver aiutato in vari modi gli uomini del clan e per Giglio è stata inoltre disposta l’interdizione per 5 anni dai pubblici uffici, mentre per Morelli l’interdizione perpetua. Difficilmente risulterà di nuovo fra i più votati…
Riconosciuto infine un risarcimento di 1 milione e 400 mila a favore del Comune di Milano che si è costituito parte civile.