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Un calabrese per il Quirinale

admin
Febbraio28/ 2013

stefano rodot

Un calabrese al Quirinale? In molti dicono che è possibile, anzi che è auspicabile.

Si parla del professorissimo Stefano Rodotà, nato a Cosenza nel 1933 e cresciuto a San Benedetto Ullano, paese di tradizioni arbëreshë. L’illustre giurista da giorni – anzi, anche se sottotraccia, da anni – viene indicato da autorevoli commentatori come il nome ideale per questo epocale passaggio di consegne e ospite a Otto e Mezzo, la trasmissione di La7 condotta da Lilli Gruber, ha ricordato a tutti il perché.

Rodotà durante la trasmissione ha mostrato la sua padronanza della situazione e il suo amore per la Costituzione e per il rispetto delle regole democratiche unitamente a quello che ha chiamato “garbo istituzionale”. Come ha ricordato il Fatto Quotidiano in questi giorni, il professor Rodotà è uno “dei più acuti studiosi e interpreti della Rete, dei suoi possibili utilizzi, della democrazia civica, della società aperta, capace di opporsi a censure, integralismi e oscurantismi di ogni natura e colore, requisiti non secondari in generale e ancor più in questo particolare momento della nostra storia”.

durante la trasmissione televisiva Rodotà ha parlato del fenomeno Grillo in modo autorevole e moderno, articolando il suo ragionamento in modo intelletuale ma brillante, non disdegnando di mettersi alla prova con le parti più “naif” del movimento cinque stelle. “Attenti” ha spiegato, “più che di populismo dobbiamo parlare di lunghe sedimentazioni di richieste popolari che non hanno trovato spazio nei canonici spazi parlamentari”. Ancora molto illuminante la sua conoscenza dei meccanismi della comunicazione social e delle regole dei new media: “Da molti anni sono uno studioso della cosiddetta democrazia digitale e devo ammettere che non siamo rimasti stupiti da come Grillo abbia saputo interpretare quello che in America succede già da un po’ di anni, con le piazze virtuali della Rete capace di creare piazza fisica, incontro reale, contro l’autoreferenzialità della televisione”.

Incalzato sulle pratiche autoritarie che il Movimento 5 Stelle ha ingaggiato contro la stampa italiana ha ammonito: “Non presentarsi in tv e limitare l’accesso alle informazioni alla stampa italiana (anche Sky ha proprietà straniera) in qualche modo riduce spazi di democrazia, devo essere sincero, diversa discorso è sui temi generali, come il ridurre o azzerare i finanziamenti pubblici ai giornali o abolire l’Ordine; queste cose si discutono da anni e hanno i loro fondamenti, visto che troppi sprechi sono stati portati avanti in questi anni”.

Un profilo ben diverso dal solito marziano della politica insomma, anche quando gli viene chiesto un consiglio per le forze politiche in gioco rivela un profilo istituzionale impeccabile: “Non sono mai stato bravo a dare consigli, ben oltre il Ping Pong che continuerà fino alla fine però si pongono le parole del Capo dello Stato. Ha detto che un governo c’è e che sentirà le parti politiche prima di andare in Europa a metà mese, questo significa un punto di partenza importante se ci pensate”.

Ovviamente il suo curriculum, quello universitario quanto quello istituzionale, non teme paragoni. Vediamone una piccola parte. Decine e decine di importanti pubblicazioni, cattedre universitarie prestigiosissime in tutto il mondo, per 15 anni in Parlamento da indipendente di sinistra, vicepresidente della Camera dei Deputati e primo presidente dei Democratici di sinistra, successivamente parlamentare europeo e da sempre impegnato negli studi delle riforme istituzionali. Dal 1997 al 2005 è stato il primo presidente dell’Autorità garante per la protezione dei dati personali, mentre dal 1998 al 2002 ha presieduto il Gruppo di coordinamento dei Garanti per il diritto alla riservatezza dell’Unione Europea. È stato componente del Gruppo europeo per l’etica delle scienze e delle nuove tecnologie. È tra gli autori della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. È presidente della Commissione scientifica dell’Agenzia per i diritti fondamentali dell’Unione europea.

In poche parole: un gigante.

Una figura istituzionale di grande stile ma con i piedi per terra, adatta ai tempi che ci aspettano, apprezzata da tutti gli schieramenti per l’amore e il rispetto delle regole comnuni e per le sue coraggiose battaglie per i cosiddetti “nuovi diritti”. Una figura di indubbia moralità e di alto spessore che, dopo le uscite di questi giorni, potrebbe rivelarsi molto gradita, oltre che al centrosinistra ovviamente, anche al centinaio di deputati a cinque stelle che per la prima volta voteranno la prima carica dello Stato.

Di certo un’elezione, quella di Stefano Rodotà a presidente della Repubblica, che renderebbe orgogliosa la Calabria tutta, che da molto prima di Scilipoti non esprime parlamentari in grado di farci camminare a testa alta. Quantomeno per questo, anche se simbolicamente, vale la pena spendersi in suo nome.

 

RODOTA’ AL QUIRINALE, FIRMA LA PETIZIONE → https://www.change.org/it/petizioni/per-stefano-rodot%C3%A0-alla-presidenza-della-repubblica

RODOTA’ a 8eMezzo, RIVEDI LA PUNTATA  http://www.la7.tv/richplayer/index.html?assetid=50318268

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