• martedì 21 Gennaio 2025

GRAZIE DEI FIOR | Un Sanremo Opus Gay che somiglia a se stesso

mmasciata
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Febbraio11/ 2015

di Carla Monteforte

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#SanremoMm – le pagelle (VIDEO)

Un Sanremo che somiglia a Sanremo quello di Carlo Conti. Mancavano Anna, Loredana e Ivana Spagna e bentornati anni ’80, la data di nascita vera del Festival, per la maggior parte di chi oggi lo aspetta organizzando centri d’ascolto con altri residuati nati ai bordi di periferia. Romina Power c’era, accompagnata dal suo monospalla, e ombretto e fard mattone pure, come se calcificasse (più che se piovesse), tanto da far sentire nell’aria dietro gli abiti da capodanno al Timer di Arisa ed Emma – la valletta mora e la bionda, relegate in corso d’opera da Conti al ruolo di Anastasia e Genofeffa – una nuvola ideale di Gocce di Napeolon. Il più defilato dei presentatori della storia del Festivàl infatti ha dapprima eletto le sue damigelle ma poi, evidentemente non persuaso della loro grazia, ha optato per la terza in campo, la Cenerella fidanzata di Raoul Bova, che ha contribuito alla resa del programma quanto una Muñeca Marín Chiclana de la Frontera, a decorale i televisori ed i saloni di tutta la Spagna franchista. Per il resto i big erano famosi quanto quelli appena naufragati a Cayo Paloma, fatta eccezione di Grignani, Britti e qualcun altro, eterni ragazzi finiti non si sa come tra gli ultimi in classifica e tra gli anziani della kermesse (roba da mandare in crisi tutte le ragazze di Non è la Rai in tuta di ciniglia in ascolto). Un Sanremo italiano che più italiano non si può, persino i super ospiti internazionali venivano da Latina. Un Sanremo Opus Gay, con Tiziano (stupendo, meraviglioso, unico, Tiziano) a far da contrappeso allo spot anticoncezionale messo a punto dai direttori creativi della Santa Sede, gli Anania, la versione xxl della famiglia naturale creata dallo Spirito Santo e dal mancato uso del profilattico, che appena apparsa ha presto messo voglia d’astinenza e di congelare una dozzina d’ovuli da lanciare sulle Sentinelle in Piedi da un carro del Bucarest Pride. Per il resto: no glamour, no comicità, no tentati suicidi. Per avere una tanto agognata gaffe è toccato aspettare Siani ed il bambino obeso, roba da far rimpiangere Occhipinti e la Fenech e persino il festival dei figli d’arte. Per la quota “attualità e casi umani” il padrone di casa ha convocato il medico italiano guarito dall’ebola il cui debutto in prima serata ha creato nei telespettatori più perversi la diabolica aspettativa di un geniale cambio di mora e bionda: fuori Arisa ed Emma, dentro Greta e Vanessa. E che nessuno storca il naso: per essere un gran festival, l’unica regola è che faccia schifo.


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Il collettivo Mmasciata è un movimento di cultura giovanile nato nel 2002 in #Calabria. Si occupa di mediattivismo: LA NOSTRA VITA E' LA NOTIZIA PIU' IMPORTANTE.

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