Dall’anima nera all’anima rossa; Peppino Mazzotta indossa i panni di Antonio Gramsci, padre nobile del comunismo italiano. E’ nelle ultime fasi di lavorazione “Gramsci 44”, opera prima del 33enne regista di Reggio Calabria Emiliano Barbucci che ha come protagonista l’attore cosentino noto al pubblico e alla critica di teatro cinema e tv.
Il docufilm racconta una vicenda storica dall’altissimo significato intellettuale: i giorni in cui Gramsci viene relegato a Ustica dal regime fascista. Quarantaquattro giorni tra il dicembre 1926 e il gennaio 1927 in cui l’intellettuale e parlamentare comunista decide con Amadeo Bordiga (interpretato da Americo Melchionda) di fondare la mitica scuola dei confinati politici, dove ognuno è docente e insieme allievo. Una scuola fatta di persone non comuni, avendo Mussolini fatto l’errore di riunire sull’isola davanti Palermo le migliori intelligenze italiane ostili al fascismo. Bordiga il 13 aprile 1927 ne dava notizia a Gramsci in questi termini: “…come saprai i confinati sono aumentati di numero fino a circa 300 e ancora aumentano, venendo da Tremiti, Favignana, Pantelleria, e Lampedusa. Dunque grande aumento delle scolaresche. Per ragioni pratiche la scuola ha dovuto continuare secondo il primitivo avviamento: solo ora diamo brevi vacanze, poi faremo degli esami o meglio sedute di classifica della massa scolara, e quindi si riprenderà con piano completamente nuovo e aumentato corpo insegnante”.
Gramsci si occupa dell’ambito umanistico, Bordiga di quello scientifico; dopo un po’ di mesi il fervore intellettuale di quell’esperimento, di quella simbiosi con il popolo dell’isola, preoccupa. E parte la repressione.
Barbucci è laureato al Dams di Cosenza, in cinematografia documentaria. L’idea del lungometraggio su Gramsci nasce nel 2008 mentre il regista collabora con un gruppo di ricerca guidato da Cesare Pitto: «L’obiettivo – racconta Barbucci a SicilyMag.it – era il racconto delle isole minori. La mia prima tappa è Ustica. Intervisto i pescatori. E quello che mi colpisce è la continua ripetizione di un’espressione: compagno. Quasi un intercalare. Ma che viene pronunciato con molto trasporto. Approfondendo, viene fuori la tradizione di sinistra degli isolani. Il motivo è naturale: lì, ha vissuto Gramsci. Mi appassiona, soprattutto, l’inaugurazione della scuola, la funzione che svolge e che serve a scongiurare l’abbrutimento culturale. Quando, però, la scuola viene aperta alla comunità, comincia a rappresentare un problema. Il film non vuole che si disperda la memoria storica di questa vicenda».