La più dura vertenza industriale italiana, in piedi da 4 anni con una mobilitazione senza tregua. Si deve dare un futuro occupazionale al Sulcis, la provincia più povera d’Italia, sempre più povera, dice sfilando il leader Fim Marco Bentivogli che alla politica ricorda che “se perdono i lavoratori ex Alcoa perdiamo tutti“. Il corteo invade di rumori il centro di Roma, da Largo Argentina piazza Argentina arriverà davanti a Montecitorio per scandire la rabbia dei lavoratori per incontrare i delegati del governo e intravedere all’orizzonte una soluzione. Fischietti, tamburi, trombe e tanti slogan: “non molleremo mai” e “Sulcis inglesiente uniti nella lotta, il posto di lavoro non si tocca“, si legge sullo striscione che apre il corteo, non privo di tensioni. Durante il sit-in a Montecitorio un operaio è stato soccorso per un malore, ma ha subito ripreso conoscenza. In contemporanea a Cagliari, sotto il palazzo della Regione in viale Trento, è in corso la “mobilitazione del Sulcis”. In piazza ci sono Cisl, i movimenti Zona Franca, Partite Iva, commercianti e artigiani, studenti e disoccupati. Tra le richieste alla Giunta, un commissario per la vertenza Sulcis e l’avvio del Piano Sulcis per riprendere la produzione di acciaio ferma dal 2012.
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