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Il Padrino del bar Cosenza è tornato

admin
Ottobre05/ 2012

vito rizzuto

di S. Alfredo Sprovieri

Fino ad oggi luce e buio, notte e giorno, si sono succeduti per 10 lunghi anni davanti ai suoi occhi, fissi sulla vendetta. Le sbarre hanno un peso maggiore se al di là di esse ti stanno sterminando la famiglia. Vito Rizzuto, l’ultimo dei padrini, ha lasciato la cella del Florence Federal Correctional Complex a 145 chilometri a sud di Denver quest’oggi, e tutti si chiedono cosa farà adesso il capo della Sixth Family, l’intoccabile multinazionale della mafia con sede a Montréal, in Canada. Teflon Don, è così che lo chiamano, ha scontato i suoi anni di reclusione per aver confessato una terribile carneficina del 1981 a Brooklyn. Allora era un picciotto dei Bonanno, una delle cinque famiglie che reggeva il crimine della Grande Mela. Fece parte del commando di sicari che arrivò dal Canada per eliminare tre scissionisti. Riversarono una grandine di piombo tale che per ripulire la scena del crimine dovettero bruciare l’intero palazzo. Così iniziava la sua scalata al successo, che da quel momento non ha conosciuto né ombre né macchie.

Vito il Lungo ha determinato un cambio radicale nella mafia canadese prima comandata dal padre, Don Cola, l’ultimo dei ragazzi dei Godfellas del social bar Cosenza, il ritrovo de les parrains, i siciliani, sulla Jerry West. In questo lercio social club sono successe cose uscite dai film e entrate nei film. Il dominio dei Rizzuto si estende sulle bande di motociclisti Hells Angels, sulla West end Gang irlandese, sulle triadi cinesi e sulla Yazuka giapponese, sui cartelli colombiani della droga e sui Posses giamaicani, sulle bande messicane e sulle mafie russe. E non mancano gli ‘ndranghetisti.  Proprio con la loro sconfitta è partito tutto, un attacco al cuore del potere mafioso dei calabresi studiato dal capostipite dei Rizzuto.

Vic “the Egg” Cotroni era diventato vecchio e aveva scelto Paolo Violi come suo successore. Nick Don Cola Rizzuto non poteva accettarlo, si rifugiò in Venezuela dove aprì un ristorante chiamato “Il Padrino” e mentre tutti pensavano ad una sua fuga da quella vita architettò il grande salto. Violi venne crivellato mentre giocava a carte nella Petite Italie di Montreal nel 1978, il nuovo re era Nick Rizzuto.

nick rizzuto

Un sovrano con una reggia particolare, il social club del quartiere Saint Leonard, dove “lo Zio” arrivava ogni mezzogiorno con la sua Jaguar e il suo gessato.  Così lo racconta Pietro del Re in un reportage del 2000 per il quotidiano La Repubblica che ha fatto scuola (leggilo qui), mentre le indagini cominciano a intercettare dialoghi e filmare scene da far impallidire la serie televisiva “Soprano’s”. Nel retro del bar Cosenza quei Goodfellas ammontano sul tavolino i proventi degli affari dividendo le mazzette per ognuno in grandissime borse da golf. Persino il vecchio Nick è filmato mentre si infila le mazzette di dollari nei calzini. Appena finito ricevono gli amici e parlano di robe tipo la costruzione di un Colosseo a Las Vegas e di un Ponte fra Reggio e Messina, per permettere la riappacificazione delle cosche italiane da troppi anni in guerra, e per preparare il rientro del boss invisibile, l’ineffabile Teflon Don.

Diversissimo rispetto al padre, Vito non parla mai al telefono e al bar Cosenza capita solo per un caffè, frequenta grandi uffici nei palazzi più alti della City e parla fitto solo sugli sterminati campi da golf. Nel 2003 si assume una responsabilità simbolica. La ripulita del bar Cosenza, che diventa il Cattolica Eraclea social club. La decisione di ristrutturare il quartier generale e dargli il nome del paese girgentino di origine però non convince molti associati, che vedono quello come un segnale di debolezza agli occhi del quartiere, ma Vito tira dritto e crea una holding mondiale.

Sulla sua testa pendono a tutt’oggi due richieste di estradizione dall’Italia, sia per il processo Brooklyn, quello dell’infiltrazione nell’appalto del ponte sullo stretto di Messina, che per il processo Orso Bruno che vede al centro dell’inchiesta una maxi operazione di riciclaggio di denaro sporco attraverso la Made in Italy Spa, con sede a Roma davanti a Palazzo Chigi. Capire dove atterrerà Vito Rizzuto significherà poter ipotizzare le strategie globali delle mafie nei prossimi anni, in queste ore se ne stanno occupando tutti i media internazionali, mentre nel nostro Paese se ne parla poco o niente.

Nel periodo di detenzione il funerale di suo figlio, Nick junior, è stato un evento capace di far parlare il mondo. La bara d’oro portata in giro per le strade di Montréal sotto una bufera di neve. Nick senior seduto in prima fila non la finiva di piangere, ma dopo è toccato anche a lui, sotterrato sotto 40 colpi, e piano piano ad altri esponenti del temibile clan.

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Tornerà a Montréal per riprendere il comando? Se ne andrà in Venezuela o da qualche altra parte da latitante? Secondo i ben informati potrebbe persino andare in Ontario, proprio nella tana dei nemici calabresi. L’indizio arriva da un matrimonio dell’anno scorso a Vaughan. Gli inquirenti hanno registrato la presenza di importantissimi esponenti di Cosa nostra e della ‘ndrangheta in un territorio che di certo non è neutro. Forse si parla della tanto attesa riappacificazione, del riformarsi di quell’invincibile cartello italiano sugli affari milionari del Nordamerica.

Certo è difficile immaginare che Vito in questi anni non abbia pensato a una vendetta. Intanto a Montréal ha riaperto il bar Cosenza.

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