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BRAINS | Da Londra lo stop ai cervelli (e ai cappuccini)

mmasciata
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Febbraio02/ 2015

di Ettore De Franco

Marco Mancassola su Internazionale ha scritto un pezzo articolato nei suoi intenti ma debole dal punto dell’approccio al fenomeno  migratorio; diciamo che se questo discorso fosse stato una sorta di commento di uno dei giocatori al tavolo della politica, non avrebbe fatto una piega. Ma da un articolo di una rivista per lettori generici ci si aspetterebbe un focus più terra-terra. Sottolineando come, in ogni caso, si apprezza lo sforzo dell’autore.

Farò degli esempi che spero spieghino i miei dubbi. Scrive Mancassola che

I giovani europei che sbarcano dall’ennesimo volo easyJet, che invadono Londra e altre città del paese con i loro curriculum accuratamente scritti, il loro inglese strascicato oppure spedito, causano il rebus politico del momento. Sono loro il problema che potrebbe decidere le prossime elezioni britanniche, e il destino dei rapporti tra Regno Unito ed Europa.

«I giovani europei che sbarcano in easyJet appartengono, in partenza, ad una categoria “privilegiata” rispetto a quelli che arrivano in Ryanair»; ritroviamo qui il primo indizio del fatto che il signor Mancassola non ha una visione a 360 gradi dell’oggetto della Schermata 2015-02-02 alle 17.46.11questione. I curriculum degli “europei” che arrivano nel Regno Unito non sono ben scritti. Potrà sembrare una questione irrilevante ma non è così. Questo rappresenta un primo scoglio da superare nel momento in cui un@ giovane “continentale” decide di fare breccia nell’untuoso mondo del lavoro inglese. Non ritengo sia giusto, da un punto di vista lessicale e contenutistico, inserire unafrase del genere.

Nel prosieguo dell’articolo si parla di Brixton, ovvero di Londra, di baristi e multinazionali. Bene, sicuramente la realtà che descrive è concreta e il suo modo di raccontarla è affidabile. Ma stiamo parlando di una narrazione parziale di una realtà relativamente rappresentativa anche se assolutamente rilevante da un punto di vista numerico. L’autore parla dell’immigrazione, che è fenomeno importante nell’agenda politica perchè agisce su punti nevralgici della costruzione identitaria del cittadino-elettore, quindi è assolutamente fuori luogo prendere Londra come esempio di un paese che è anche molto altro. E’ come se si parlasse dei vini piemontesi, dando per scontato che il loro sapore, colore, odore ed imbottigliamento sia, più o meno, rappresentativo dell’intera produzione italiana. Ciò sarebbe quantomeno segno di inattendibilità. E’ come se volessimo descrivere il Messico di Hector Belascoaran Shyne e dare per scontato che la fotografia che ne fa PIT II è attendibile mentre ci dimentichiamo che esiste il Chiapas o delle migliaia di persone che attraverso tunnel sotterranei strisciano verso il sogno americano.

Al contrario di quanto il suo passato imperiale possa suggerire, il Regno Unito è stato soggetto ad invasioni sin dai tempi remoti; londra-1nella costruzione della ‘storia del Regno Unito’ le esperienze dello stanziamento sul “suolo patrio” dei romani, dei sassoni, hanno contribuito a creare l’humus per quella tendenza “vittimistica” che spinge le genti fra le braccia del più becero populismo reazionario. Farage e l’UKIP si nutrono a piene mani da questo discorso mentre la strategia elettorale dell’attuale partito di governo spinge Cameron ad ammiccare ai suoi divulgatori. Strategia, gioco appunto.

Per molti ragazzi italiani servire dietro il banco anonimo di una catena è una tappa provvisoria. Macchine del caffè, una stanza in affitto in zona 3, la metro per andare al lavoro. Per altri si tratta di un compromesso. Per altri è semplicemente un lavoro – quello che non c’era nella provincia italiana da cui arrivano. Lo stereotipo della fuga dei cervelli ha smesso da tempo di adattarsi ai nuovi flussi migratori. Si tratta di una fuga, punto.

Questo passaggio è espressione del profondo renzismo che ha infettato, come e più del berlusconismo, i mass media italiani. Se si parla di un laureato, con master e dottorato che si reca all’estero e trova lavoro in una università o in un centro di ricerca privato o presso un istituto finanziario di prim’ordine (in pratica, se guadagna bene) possiamo parlare di fuga di cervelli. Mentre se una persona si trova a pulire pavimenti, alzarsi presto al mattino e leggere i quotidiani gratuiti distribuiti sui bus, allora si parla di fuga e basta.

Chi o cosa definisce la differenza? Chi lavora per il minimum wage spegne il proprio cervello? Non è in grado di cogliere la ricchezza di questa società o sottolineare le aberrazioni del suo sistema-lavoro? Chi riceve un assegno di ricerca nel mondo accademico, invece, per incanto, smette di provare la frustrazione per essere stato costretto a lasciare la “propria università”?

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Il collettivo Mmasciata è un movimento di cultura giovanile nato nel 2002 in #Calabria. Si occupa di mediattivismo: LA NOSTRA VITA E' LA NOTIZIA PIU' IMPORTANTE.

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