Bristol è un residuo d’Europa Continentale che s’incunea nella Perfida Albione e difende il suo stato di avamposto sociale e culturale fin quasi al confine col Galles. Bristol è una Barcellona più piccola e più brutta, nelle sue strade senti parlare molto castigliano, un po’ di catalano o basco, qualche occasionale inglese e sparuti dialetti italiani, oltre all’immancabile polacco e ai milioni di lingue germogliate dalla diaspora africana, che dopo il vagare nei sud del mondo ha posto radici (momentanee, si spera per i protagonisti) in quest’isola attaccata al vecchio continente, ma eternamente orientata ad annusare gli odori che giungono dall’altra parte dell’Atlantico.
Bristol ha due squadre di calcio: il City ed i Rovers. I giocatori e tifosi di quest’ultima vengono chiamati i Pirati e il suo vecchio stadio è stato abbattuto per lasciar posto al’Ikea: era impossibile non schierarsi dalla sua parte; i Rovers, proprio come il Cosenza, lottano tra il dilettantismo ed il professionismo, tra il regionale e l’interregionale, tra la passione e la ragione.
Quando aspetti il pullman a Bristol spesso t’imbatti negli adesivi dei comitati Antifascisti che esprimono il loro rifiuto alla English Defence League, l’associazione nazionalista e xenofoba che negli ultimi anni si contraddistingue soprattutto per l’aggressione alle numerose moschee presenti nella zona e che trova una sponda non ufficiale nella politica istituzionale grazie all’Ukip, un’accozzaglia di fascistelli mediatici e del terzo millennio che pensano di riuscire a nascondersi dietro i larghi nodi delle loro cravatte.
Bristol è la città di Banksy, che riesce nell’ardua impresa di tenere desta la tua attenzione di passante sulle facciate di ogni singolo edificio in cui t’imbatti lungo i tuoi percorsi quotidiani, è una spruzzata di vitalità laddove la rivoluzione industriale e l’edilizia “omogeneizzata” avevano imposto monotonia e grigiore. La sua grandezza consiste nell’aver saputo, volontariamente o meno, generare una stirpe di suoi emuli che ancora oggi ci regalano graffiti degni di nota; come un enorme Gesù Cristo Break-Danzante che tanto mi piacerebbe vedere di fronte al Comune di Rende o la Cattedrale di Cosenza.